"Covid, quei no vax che cambiano idea troppo tardi"

“Covid, quei no vax che cambiano idea troppo tardi”

Parla la dottoressa Maniscalchi, primario del 'Cervello'.

“Non comprendo come si possa non vaccinarsi e restare scoperti contro il Covid. Qui in ospedale è capitato di avere no vax che hanno cambiato idea e hanno chiesto di essere curati quando era già troppo tardi e si è dovuto procedere all’intubazione”.

Dottoressa Tiziana Maniscalchi, facente funzione di primario al pronto soccorso Covid del ‘Cervello’, quanti sono i non vaccinati ricoverati, in percentuale?
“Tutti, non abbiamo un solo vaccinato con la doppia dose. Sono, per la grande maggioranza, persone non vaccinate e qualcuno con una dose”.

E come stanno?
“Sono più a rischio. Alcuni hanno una evoluzione molto brutta, come i quarantenni intubati di sabato. Ma bisogna distinguere”.

Tra chi?
“Non vaccinati e no vax. I primi possono essere confusi, i secondi vengono qui e magari contestano, non soltanto il vaccino, l’esistenza stessa del Covid o le nostre terapie. E’ capitato proprio di recente: due persone, di cui una con una polmonite brutta. Hanno dichiarato di essere no vax e se ne sono andate”.

Ci sono altri episodi?
“Sì, a livello generale di ospedale, abbiamo avuto casi di no vax che non volevano essere intubati, poi sono crollati con la saturazione e hanno chiesto di procedere con l’intubazione. Alcuni si pentono, in qualche caso troppo tardi, purtroppo”.

Il punto, dottoressa.
“I non vaccinati vanno incontro, spesso, a conseguenze gravissime. I vaccinati, invece, no. E’ un dato verificato e verificabile. Detto questo, anche chi ha il Green pass deve essere prudente per limitare la circolazione, sia pure minima, del virus”.

I no vax sostengono che le terapie ci sono, ma che si preferisce ricorrere ai vaccini perché questo farebbe parte del complotto.
“Non è vero. Il vaccino è l’arma certa di prevenzione. Le terapie, come gli anticorpi monoclonali, vanno bene soltanto in determinate situazioni”.

Com’è il dato dei ricoveri?
“In aumento. Riceviamo molti più pazienti. I giovani che arrivano, per il momento, non hanno quasi niente. Ma anche nella seconda ondata, all’inizio, fu così. E poi abbiamo ricoverato giovani gravissimi”.

Adesso ci sono comunque pochi ricoveri rispetto ai positivi.
“Sì, perché il vaccino ci sta proteggendo”.

Raggiungeremo l’immunità di gregge?
“Non credo”.

Il vaccino ci sta salvando, però…
“Senza una copertura ottimale rischiamo nuove e più pericolose varianti”.

Nel caso saremmo tutti a rischio?
“E’ possibile, ma speriamo di no”.


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