PALERMO – Nell’occhio del ciclone dopo la prima pagina che gli ha dedicato Il Fatto Quotidiano il senatore del Partito Democratico Vladimiro Crisafulli risponde alle accuse. Il parlamentare ennese, riconfermato in modo plebiscitario dalle primarie, risponde ai cronisti in occasione della presentazione delle liste del Pd per Camera e Senato.
“Non sono indagato. La Procura non solo ha archiviato tutto, ma ha pure disposto la distruzione delle intercettazioni che mi riguardano”, ha detto. A chi chiede se la sua vicenda metta in difficoltà il Pd risponde senza peli sulla lingua: “Si è così, me ne rendo conto. In realtà il Fatto ha attaccato me, mentre i veri bersagli sono il partito e la candidatura di Pietro Grasso”. Lo stesso Crisafulli ha poi annunciato che querelerà il quotidiano diretto da Antonio Padellaro.
In merito alla candidatura di Crisafulli, settimo in lista in Sicilia orientale, si esprimono anche il capolista al Senato Corradino Mineo ed il segretario regionale Giuseppe Lupo. “Credo nel metodo Bersani per la scelta dei candidati – sintetizza Mineo –, e poi credo che lo stesso Di Pietro, con cui si presenta Ingroia, in passato non sia stato esente da errori nella scelta dei candidati. Crisafulli? Lo vedo oggi per la prima volta”. Sbandiera invece l’applicazione del codice etico Giuseppe Lupo: “Da parte nostra non c’è nessun cedimento sul terreno della legalità – ribadisce –, resta l’attenzione massima all’applicazione delle regole. Quello che non possiamo accettare però sono i pregiudizi”.
