Cuffaro: "Lecita candidatura di Miccichè, ma divisi si perde" - Live Sicilia

Cuffaro: “Lecita candidatura di Miccichè, ma divisi si perde”

Il leader della Dc nuova fa il punto sulla candidatura di Miccichè e sullo stato dell’arte della maggioranza.

PALERMO – “Mi pare di vivere una politica sull’Iperuranio sarebbe bello che la politica tornasse sulla Terra”. Il commento ironico (ma non troppo) dell’ex presidente della Regione Totò Cuffaro è una pennellata che tratteggia il quadro della politica siciliana contemporanea. Il fondatore della Dc nuova si gode lo spettacolo da bordo campo, ma non da semplice spettatore. La formazione centrista creata da Cuffaro sarà della partita sia alle regionali sia alle amministrative (Palermo e non solo). In attesa che scatti l’ora X, l’ex inquilino di Palazzo D’Orleans dice la sua sulle liti intestine alla maggioranza e sullo stato dell’arte della coalizione che guida la Regione. 

Cuffaro, rompiamo il ghiaccio. Come legge la candidatura di Miccichè alla presidenza della Regione? 

Micciche e Forza Italia hanno tutto il diritto di proporre la candidatura alla Presidenza. Sino a tre giorni fa Micciche mi aveva parlato della candidatura del fratello. Credo ci sia bisogno di ragionare tutto insieme. Divisi si perde.

Musumeci esce più debole dagli ultimi accadimenti?

Le liti e le incomprensioni certamente logorano, le fughe in avanti non aiutano la ricomposizione e indeboliscono la coalizione. Mi pare di vivere una politica sull’Iperuranio sarebbe bello che la politica tornasse sulla Terra.

Il centrodestra siciliano reggerà all’onda d’urto del voto del Colle e dai movimenti carsici di insofferenza che alcuni leader siciliani sembrano provare per Musumeci? 

Il sistema politico italiano si regge su una legge elettorale maggioritaria e però la politica si comporta e si rappresenta come se vigesse il sistema proporzionale. Il voto del Colle ha denudato il sistema ed ha fatto prevalere piuttosto che gli interessi maggioritari di parte le ragioni proporzionali del Parlamento e le attese della gente. Il voto del Colle sta già avendo delle ripercussioni in Sicilia anche se ancora timide. Qualche steccato si alza e qualche altro si abbassa. I perimetri cambiano e si ridiscutono. Nuove realtà come la nostra Democrazia Cristiana si affermano e prendono campo. Con umiltà ma con decisione.

Secondo lei come finirà la partita interna alla maggioranza che governa la Regione?

La partita interna alla maggioranza che governa la Regione la vedo confusa mentre credo ci sia bisogno di chiarezza. La Dc non è al governo anche se si sente idealmente nella maggioranza e lavorerò per ricostruire le ragioni dello stare insieme.

C’è una ritrovata voglia di centro. La nuova Dc che farà?

La gente sente il bisogno di poter tornare ad un voto ideale, di valori e di contenuti. Riportare la Dc nella scheda elettorale vuol dire dare la possibilità a chi lo vuole di votare un’idea una storia un’appartenenza ed una condivisione della Dottrina Sociale della Chiesa. Magari ridare al 55% dei siciliani che non va a votare una motivazione nuova per tornare al voto. Far tornare a vincere le cose che contano: famiglia lavoro solidarietà accoglienza senso della istituzione umanizzare la politica 

A Palermo si torna a parlare di campo largo. Quali sono gli interlocutori privilegiati della Dc?

I nostri interlocutori privilegiati sono i partiti di centro.  Quelli che vogliono riflettere con noi e lo fanno volentieri senza infingimenti e mistificazioni. Se qualcuno pensa che siamo di disturbo se ne dovrà fare una ragione o c’è ne faremo noi una ragione.

Facciamo il gioco della Torre. Chi butta giù, Musumeci o Miccichè? Faraone o Lagalla?

Non ho mai fatto scendere nessuno da un gradino figuriamoci se butto qualcuno giù dalla Torre. Noi siamo Democristiani e cominciamo a mediare quando gli altri hanno perso la speranza nella mediazione. La speranza è una cosa buona e si sa le cose buone anche alla fine vincono sempre.


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