CATANIA – Generatività è una parola potente, generosa e intrinsecamente proiettata al domani. Rosario Faraci, docente di economia e gestione delle imprese a Catania, è fortemente convinto che il capitalismo sia davanti a un necessario punto di svolta, reso ancora più urgente dalla Grande Crisi che ha imposto una dolorosissima dieta alla finanza globale.
La sfida generativa
Serve un cambio di passo, dunque. A partire da quel mondo delle imprese – così almeno appare ai non iniziati ai misteri economici – che tra l’umanità e i profitti ha spesso preferito questi ultimi.
La chiave di volta è in quella parola gravida di premesse storico-culturali importanti. Per la psicologia, la generatività è quella fase della vita umana in cui ogni singola persona intende lasciare in eredità al mondo un’impronta di positività. Una tensione tanto forte che, nell’incontro con l’altro, può e deve produrre modelli sociali inclusivi e proiettati a quell’innovazione utile alla comunità. Ecco da dove partire. Rosario Faraci ha fissato le coordinate della sfida generativa con Nient’altro che il futuro per i tipi di Edizioni Sindacali, casa editrice che affianca l’attività dell’Ugl. Un pamphlet di facile accesso che fa capolino nella collana Pensiero Sindacale diretta dalla siciliana Ada Fichera.
Per il docente in forza all’università etnea, il capitalismo non ha altre alternative se non quella di rigenerarsi. Una prospettiva entro la quale deve essere accompagnato, non strattonato da nuove pulsioni conflittuali. Probabilmente si è perso del tempo, perché la tempesta scatenata dal fallimento della Lehman Brothers non ha ancora messo fine alle grandi diseguaglianze che travagliano l’economia globale.
Il cambio di rotta
I segnali per un cambio di rotta ci sono tutti e non soltanto perché Papa Francesco ha denunciato l’insostenibilità degli assetti attuali. Siamo non già e nel non ancora di un passaggio epocale. E sono gli attori del mondo delle imprese a voler fissare nuovi obiettivi che non sfuggano alla missione sociale propria dell’economia.
In una recente intervista a Business People, Faraci spiega: “Elon Musk e Jeff Bezos sono gli ultimi grandi giga-capitalisti, sono i vincitori, ma stanno accettando di costruire imprese con un management responsabile, attento al progresso e al benessere sociale. Quando questo avverrà non lo sappiamo, perché le transizioni possono essere indefinite o quanto meno di lungo termine. Premetto – ha aggiunto il docente – sono un aziendalista, l’impresa se ha un’ottica generativa, guarda sempre avanti e investe in tecnologia, innovazione, intelligenza artificiale. Se lo fa, allora sta dando un beneficio non solo a se stessa ma al mondo in cui opera”.
Territorio, partecipazione, innovazione, etica: c’è tutto questo nella visione di Faraci. Un pensiero che deve tanto ai recenti studi di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, che sul concetto di generatività hanno investito parecchie risorse intellettuale. Ma anche e soprattutto al modello operativo di Adriano Olivetti, uno dei campioni del capitalismo italiano che fu.