"Soldi in cambio di voti"| Così il boss inguaiò Ferrandelli - Live Sicilia

“Soldi in cambio di voti”| Così il boss inguaiò Ferrandelli

Il candidato sindaco tirato in ballo dal pentito del Borgo Tantillo. Chi è Tantillo, i suoi verbali

PALERMO – L’invito a comparire per l’interrogatorio irrompe nella campagna elettorale per le prossime amministrative di Palermo. Fabrizio Ferrandelli è indagato per voto di scambio politico mafioso. Si parla di soldi in cambio di voti. A tirarlo in ballo è il pentito Giuseppe Tantillo, picciotto del Borgo Vecchio divenuto uomo del pizzo e capomafia in una stagione in cui Cosa nostra ha dovuto fare i conti con le raffiche di arresti.

È lo stesso Ferrandelli a svelare la notizia. In un comunicato stampa annuncia di avere ricevuto ieri l’invito a comparire e si dice “sorpreso come, dopo quasi cinque anni, proprio nel pieno di una campagna elettorale in cui sto registrando grande entusiasmo e partecipazione da parte delle palermitane e dei palermitani per la mia candidatura, si apre un’indagine su di me”. È alla “giustizia a orologeria” che Ferrandelli fa riferimento, seppure il suo riferimento non sia esplicito. Sul punto, e non solo, il procuratore Francesco Lo Voi non ha “nulla da dichiarare”.

I tempi sono importanti. E i tempi dicono che si tratta di un’indagine nuova. Tantillo, infatti, si è pentito nel giugno scorso e i 180 giorni di tempo per raccontare tutto ciò che conosce sono scaduti a novembre. Ed è in uno dei suo ultimi verbali che avrebbe fatto il nome di Ferrandelli che nel 2012 fu candidato alle amministrative e alle regionali. Partecipò alle primarie del Partito democratico e sconfisse Rita Borsellino. Fu allora che Leoluca Orlando denunciò brogli e decise di candidarsi, sconfiggendo Ferrandelli al ballottaggio. Pochi mesi dopo Ferrandelli si candidò all’Ars e fu eletto.

È sulle amministrative che, però, si concentrano i pubblici ministeri Sergio Demontis e Caterina Malagoli. Sono stati loro a raccogliere le confessioni di Tantillo. Cosa abbia messo a verbale resta coperto da un rigidissimo segreto investigativo. Il reato contestato è il 416 ter del codice penale, previsto per chi promette soldi o altre utilità in cambio di voti. La pena, da quattro a dieci anni, si applica anche accetta di procacciare i voti sfruttando il metodo mafioso. Si tratta di episodi datati, ma i tempi della prescrizione sono lontani. Tantillo ha raccontato le storie di pizzo e droga che ammorbano il rione Borgo Vecchio. Nel popolare quartiere palermitano, però, si sarebbe consumato, se davvero i racconti del pentito dovessero trovare conferme, un patto per portare voti al candidato a sindaco Ferrandelli.


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