Dna: bacchettate su Ciancimino | Di Matteo: "E' stato utile" - Live Sicilia

Dna: bacchettate su Ciancimino | Di Matteo: “E’ stato utile”

Massimo Ciancimino

Depositata in Parlamentare la relazione annuale della Direzione nazionale Antimafia. Nella sezione dedicata alle indagini sulla strage di via D'Amelio e sulla trattativa, giudizi 'tranchant' sul figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo e sulla sua gestione che avrebbe portato a "enormi sprechi". Nella relazione anche un capitolo dedicato a Cosa nostra: colpita dalle indagini ma già pronta a trovare nuovi equilibri. La priorità è catturare Messina Denaro. 

La replica del figlio di don Vito
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PALERMO – La direzione nazionale antimafia torna a bacchettare Massimo Ciancimino ma, soprattutto, la sua gestione da parte della Procura di Palermo. L’ufficio orfano da qualche settimana del suo capo, Piero Grasso, bolla le dichiarazioni del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo come prive di “logicità e coerenza” ma entra anche nel merito del lavoro dei loro colleghi sostenendo che le “complesse ed articolate indagini a riscontro” delle sue dichiarazione hanno comportato un “enorme ed inutile dispendio di risorse umane e materiali”. Il giudizio è contenuto nella sezione dedicata al nuovo processo per la strage di via D’Amelio e alla cosiddetta “trattativa” nella relazione annuale dell’organo depositata oggi in Parlamento.

Non è la prima volta che la Direzione nazionale antimafia si esprime in termini negativi sulla gestione del dichiarante di cui viene comunque riconosciuta l’importanza nell’impulso dato alle indagini sulla trattativa Stato-mafia a partire dal febbraio 2008. Ciò che si critica è soprattutto la “progressività” nelle dichiarazioni che hanno finito per comporre un quadro non sempre chiaro.

A dimostrazione ulteriore dell’assunto della Dna vi è l’esito delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto negli ultimi anni Massimo Ciancimino. Indagini – si legge nella relazione – che “sono culminate in provvedimenti cautelari a carico dello stesso Ciancimino, per gravi delitti incluso quello di calunnia aggravata”. Le sue dichiarazioni, infatti, sarebbero state spesso “insuscettibili di riscontro” quando non “riscontrate negativamente”. Poi, scrivono i magistrati della Dna, “in diversi casi non ha detto la verità commettendo appunto anche gravissimi reati di calunnia” nonché quello di detenzione di esplosivo. Tutti fatti per cui Ciancimino è attualmente sotto processo proprio a Palermo.

Per quanto riguarda Cosa nostra, l’ultimo “upgrade” della Dna, parla di un’associazione colpita duramente nella sua struttura portante, “in una situazione di grave crisi dalla quale non è ancora riuscita ad uscire” ma che mantiene “intatta la sua vitalità e la sua estrema pericolosità”. Per cui il richiamo a inquirenti e investigatori è quello di non abbassare la guardia visti i “continui tentativi volti a ristrutturare e a far risorgere le strutture di governo dell’organizzazione criminale”.

Dopo la cattura di Provenzano, Cosa nostra “vive una fase di transizione non soltanto sotto il profilo della scelta di una nuova leadership ma anche sotto il profilo della ricerca di nuovi schemi organizzativi e di nuove strategie operative”. Eppure, sostiene la Dna, Cosa nostra è riuscita a trovare un nuovo equilibrio “pur avendo ancora grosse difficoltà operative”.

Dunque, nessun “calo di tensione” e un’azione  di contrasto “tempestiva e serrata”. “Non ci si può illudere sul fatto che lo Stato, approfittando della sua momentanea debolezza, possa più agevolmente e definitivamente sconfiggerla” scrivono i magistrati antimafia. Piuttosto servono strumenti normativi “più affinati e sempre più efficaci” e risorse economiche adeguate. La priorità assoluta è sempre quella: catturare Matteo Messina Denaro, “capo indiscusso delle famiglie mafiose del trapanese, che estende la propria influenza ben al di là dei territori indicati”. Togliere infatti il più importante punto di riferimento “potrebbe costituire, anche in termini simbolici, un danno enorme per l’organizzazione”.

Di Matteo: “Ciancimino è stato utile”
“Quello che avevamo da dire sulla pur parziale ma rilevante attendibilita” di alcune importanti dichiarazioni di Ciancimino sulla trattativa lo abbiamo già detto nelle nostre conclusioni all’udienza preliminare, evidenziando anche l’acquisizione di riscontri in tal senso. Quello che per noi conta saranno le valutazioni che faranno i giudici nei processi”. E’ il commento del pm Nino Di Matteo, tra i magistrati che indagano sulla trattativa Stato-mafia, sulle dure considerazioni espresse sull’attendibilita” di Massimo Ciancimino dalla Dna in una relazione al Parlamento. “Abbiamo gia” spiegato che varie dichiarazioni importanti per la ricostruzione di quanto accadde nel 1992 – ha aggiunto – sono state rese da autorevoli esponenti della politica e delle istituzioni solo in esito alle rivelazioni di Massimo Ciancimino. A mio parere basta ricordare questo per dimostrare che il tempo e le risorse impiegate per questa indagine non costituiscono certo un inutile spreco, come d’altronde, tutte le attivita” finalizzate alla difficile ricerca della verita” su quegli anni bui”.

La replica di Ciancimino
Massimo Ciancimino replica: “Mi meraviglio che la Dna esprima giudizi su di me, non lasciando campo alla serena analisi della magistratura sulle mie dichiarazioni. Non intendono prendere insegnamenti da persone come Sciacchitano o Grasso”.

 

 

 


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