PALERMO – Mancano ancora all’appello le spese per i dipendenti esterni dei gruppi del Pdl e Pds (ex Mpa), ma il Collegio dei questori dell’Assemblea regionale ha già iniziato a studiare delle soluzioni che permetterebbero di recuperare il ‘buco’ di circa 800mila euro che si è creato con il proliferare dei contratti ai collaboratori dei gruppi parlamentari.
I fondi necessari, adesso, potrebbero essere pescati dal capitolo per le spese ‘logistiche’ – materiale d’ufficio, scrivanie, computer – destinate al funzionamento dei gruppi. Una voce di spesa che, con la legge per la spending review, è già stata ridotta dai 2.400 euro al mese per deputato previsti prima del recepimento del decreto Monti, ai circa 700 euro mensili per parlamentare.
Proprio la legge approvata a gennaio dall’Ars, però, vieta che il fondo per le spese di funzionamento possa essere utilizzato per pagare il personale. Un rompicapo che sta facendo discutere molto nelle stanze del Consiglio di presidenza dell’Ars perché – raccontano alcuni deputati – non tutti sarebbero d’accordo con le soluzioni prospettate: l’indirizzo della presidenza, però, sarebbe quello di salvaguardare tutti i contratti ‘in essere’ al 31 dicembre 2013, e anche l’ipotesi di recuperare i fondi dalle spese di funzionamento dei gruppi, seppur in contrasto con la legge sulla spending review, non aumenterebbe le ‘uscite’ di Palazzo dei Normanni.
Nei gruppi parlamentari, però, c’è già fermento. La prospettiva di intaccare il capitolo destinato al loro funzionamento fa storcere il naso soprattutto a chi (Partito democratico e Pid-Grande Sud) si è dotato esclusivamente di personale – i cosiddetti stabilizzati – già in carico all’Assemblea: il taglio ai fondi, infatti, si ripercuoterebbe anche su di loro. Basti pensare, ad esempio, che nelle scorse settimane il Pd è rimasto per alcuni giorni senza il servizio wi-fi e che dagli uffici dell’Ars avevano fatto spallucce e risposto che i i fondi per l’acquisto di un nuovo apparecchio non erano sufficienti.
L’ufficio di presidenza, però, ha pensato anche ad un’altra strada percorribile. La seconda ipotesi presa in considerazione dai questori di Palazzo dei Normanni è quella di recuperare gli 800mila euro necessari a pagare gli stipendi dai fondi di riserva dell’Assemblea, circa un milione e 300mila euro. Una prospettiva che verrà valutata, insieme alla prima, dal prossimo Coniglio di presidenza.