PALERMO – Se da un lato Musumeci ha voluto fare le cose in grande, presentando le proprie liste in un affollato teatro Politeama, Cateno De Luca ha scelto la via opposta, con una presentazione intimistica trai tavolini di un bar in piazza Indipendenza. Così, tra un bicchier di coca ed un caffè si snocciola il programma della Rivoluzione Siciliana. Un termine, rivoluzione, appunto, molto abusato dai candidati dei vari schieramenti durante questa campagna elettorale, e di cui De Luca rivendica la paternità. “Hanno voluto rubarci il termine – dice l’ex deputato regionale – ma è la nostra la vera rivoluzione. Siamo noi che vogliamo ridurre ai minimi termini gli sprechi di questa regione partendo dagli stipendi dei politici e dei dirigenti regionali, siamo noi che non abbiamo accettato di scendere a compromessi con nessuno e che vogliamo cambiare veramente la Sicilia”.
Un rivoluzionario, De Luca, balzato agli onori della cronaca recentemente per aver pubblicato la propria busta paga da deputato regionale. “Avevo già reso pubblica – continua il leader della Rivoluzione Siciliana – la mia busta paga diversi anni fa. Chissà come mai, però, nessun tenne il fatto in considerazione. Adesso che va di moda, invece, indagare sugli sprechi, hanno tirato fuori nuovamente questo mio atto”. E sono proprio gli sprechi il nemico numero uno individuato nel programma della lista di De Luca, che sembra non temere la fatidica soglia di sbarramento del 5 percento. “Non è una questione di paura – conclude De Luca –. Chi ha veramente intenzione di fare la rivoluzione la fa senza pensarci su due volte, senza rete, senza le garanzie che ci erano pur state offerte ed a cui abbiamo rinunciato. Questa è come se fosse una chiamata alle armi per i cittadini e le armi in questo caso sono il voto, con il quale si possono cambiare i destini della Sicilia e rivoluzionarne il sistema”.