Debiti fuori bilancio, l'Ars frena | Il rischio? L'aumento delle tasse - Live Sicilia

Debiti fuori bilancio, l’Ars frena | Il rischio? L’aumento delle tasse

I tecnici della Commissione Bilancio chiedono chiarimenti al Governo sulla lista delle spese per pagare "sentenze esecutive".

PALERMO – Stop all’Ars, almeno temporaneo, per il disegno di legge sui debiti fuori bilancio. Gli uffici della seconda commissione guidata da Riccardo Savona non sono convinti e hanno preparato un documento – una “nota di lettura” destinata ai deputati – con cui chiedono “che il Governo integri la propria relazione tecnica”. Il riferimento, in particolare, è al ddl che contiene la richiesta di riconoscimento della legittimità dei debiti derivanti da sentenze esecutive, per un valore complessivo di più di 21 milioni di euro. “Alcune delle fattispecie – scrivono i tecnici – non sembrano perfettamente riconducibili alla categoria ‘sentenze esecutive'”. Una delle possibilità, adesso, è che si interrompano i termini della decorrenza prima che scadano i 60 giorni previsti per il silenzio-assenso, oltre i quali i debiti si intendono comunque legittimati.

E a pagare potrebbero essere, in ultima istanza, direttamente i deputati dell’Assemblea regionale siciliana o, come prevede la legge nazionale, i cittadini stessi, attraverso un rincaro delle tasse regionali. Se nel bilancio della Regione, infatti, non si trovano le disponibilità finanziarie sufficienti per effettuare le spese conseguenti al riconoscimento dei debiti fuori bilancio, il decreto legislativo vigente prevede che la Regione possa deliberare aumenti “dei tributi, delle addizionali, delle aliquote” nonché dell’imposta sulla benzina “fino a un massimo di 5 centesimi per litro”. La Regione, intanto, ha indicato un capitolo di Bilancio da cui prelevare i fondi per far fronte alla copertura dei debiti, ovvero il Fondo rischi contenzioso spese legali.

L’Assessorato con più debiti da riconoscere è quello al Territorio e Ambiente, con quasi 15 milioni di euro di debiti; seguono le Attività produttive e l’Economia, più di un un milione e 700 mila ciascuno; le Autonomie locali e la funzione pubblica, poco più di un milione. Al di sotto del milione di euro: Lavoro e politiche sociali, Agricoltura, Energia, la Presidenza della Regione, Salute, Turismo, Beni culturali, Formazione e, infine, con soli 527 euro di debiti fuori bilancio le Infrastrutture.

Le questioni sollevate dai deputati della Commissione Bilancio dell’Ars e dagli uffici sono due: i primi, con un giudizio di natura anche politica oltre che economica, sostengono che nella lista di spese da sostenere ci sono voci che sarebbero state evitabili, come, per esempio, cause perse per affitti non pagati o per contributi non versati. I tecnici invece contestano la “fattispecie” di sentenze esecutive: non tutte quelle incluse nell’elenco sarebbero di questa natura, ovvero direttamente esecutive.

Così come due sono adesso le possibilità che si presentano alla Commissione Bilancio: provare a interrompere i termini verso il silenzio-assenso, che scadranno il prossimo 3 novembre essendo stato depositato il disegno di legge all’Ars il 3 settembre; o portare comunque il ddl in Aula per la discussione e lasciare alla responsabilità del Parlamento nel suo complesso la decisione di sostenere o meno il governo regionale riconoscendo la legittimità dei debiti fuori bilancio.


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