PALERMO – “Intendo esprimere tutte le mie perplessità sul testo approvato dal Consiglio Comunale nel corso della seduta del 2 settembre, riferendomi in particolare alla mancata approvazione, o meglio alla “sparizione” di quella parte del maxi emendamento, concordato tra la Commissione Attività Produttive e gli Uffici, che riguardava la possibilità di occupare la sede stradale, con esclusione della carreggiata, nelle strade di tipo E ed F anche al di fuori delle Ztl da parte degli esercenti i Pubblici Esercizi”. Questo quanto si legge in una nota del capogruppo del Pid, Felice Bruscia, sul nuovo regolamento dehors. “Ora è bene premettere che i Pubblici Esercizi in questione sono in sostanza i Bar ed i Ristoranti (e non tutte le attività commerciali come qualcuno erroneamente ritiene) e che le strade di tipo E ed F rappresentano, di fatto, la totalità delle strade cittadine. Per cui, considerato che i marciapiedi cittadini raramente superano la larghezza di tre metri, sarà pressoché impossibile realizzare un’occupazione di suolo pubblico sulla stragrande maggioranza del territorio comunale. Non si parla solamente delle periferie, sempre più abituate a sopportare discriminazioni rispetto alle zone centrali, ma anche di zone semi centrali di forte rilevanza economico-commerciale. Palermo non dispone, al di fuori del Centro Storico, di aree pedonali dove poter collocare le strutture previste dal regolamento. Per cui eravamo chiamati, in sostanza, a scegliere se era opportuno distogliere qualche stallo di sosta dall’utilizzo convenzionale per consentire in sua vece la collocazione di tavolini e ombrelloni. Mi rendo conto che tale scelta può apparire ai più puristi tra i nostri concittadini oltraggiosa. Io penso invece che qualche tavolino e qualche ombrellone possano dare ai locali una maggiore visibilità, aumentarne la ricettività e consentire quindi la realizzazione di qualche posto di lavoro in più, cosa che in questo periodo perdurante di crisi economica non guasterebbe. Ogni scelta è comunque legittima, si può anche scegliere di proibire “di fatto” la realizzazione di aree su suolo pubblico dove consentire la somministrazione di alimenti e bevande, bisogna però avere il coraggio di ammettere che si tratta di una scelta politica consapevole, senza trincerarsi dietro norme restrittive utilizzate a convenienza. Né mi entusiasma la proroga triennale concessa a non meglio identificate “autorizzazioni di pubblico eservizio in atto svolte” perché dubito fortemente sulla sua applicabilità e sul fatto che, superando tutti gli ostacoli burocratici che verranno sollevati dai vari settori dell’amministrazione, alla fine non resti che qualche sparuta eccezione. E’ per questo che non condivido la soddisfazione quasi unanime espressa, forse troppo frettolosamente, non solo dai miei colleghi consiglieri, ma anche dal Sindaco, dall’Assessore al ramo e da quella parte che rappresenta i pubblici esercizi che ha ritenuto l’approvazione del regolamento un successo. Che l’attuazione del Regolamento possa rilanciare il decoro cittadino è sicuro e ne sono lieto, dubito fortemente però che possa servire a rilanciare l’economia cittadina, almeno quella parte che riguarda la stragrande maggioranza del territorio comunale, che invece temo venga ancora una volta esclusa e fortemente penalizzata. Auspico che l’atto approvato dal Consiglio Comunale possa rappresentare solamente il primo capitolo di un piano di sviluppo del comparto, consentendo il rilancio del settore dei Pubblici Esercizi attraverso la realizzazione di nuove strutture più accoglienti e armoniche rispetto al contesto cittadino, di cui possano avvantaggiarsi non solo gli operatori commerciali, ma l’intera cittadinanza ed i turisti che visitano la nostra bellissima città, augurandomi altresì che da subito si ricominci a lavorare, tutti insieme con responsabilità, per trovare una soluzione più idonea anche in tutte quelle zone escluse dal regolamento approvato”.
"Che l'attuazione del Regolamento possa rilanciare il decoro cittadino è sicuro e ne sono lieto, dubito fortemente però che possa servire a rilanciare l'economia cittadina, almeno quella parte che riguarda la stragrande maggioranza del territorio comunale, che invece temo venga ancora una volta esclusa e fortemente penalizzata".
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