Democrazia partecipata nei Comuni | Mancati contributi per due milioni - Live Sicilia

Democrazia partecipata nei Comuni | Mancati contributi per due milioni

Gli enti inadempienti sono più di 150. Tra questi anche Palermo, Messina e Trapani

PALERMO – Circa due milioni stanziati per i Comuni tornano nelle casse della Regione. Si tratta dei fondi della democrazia partecipata. Somme che gli enti locali avrebbero dovuto impiegare su indicazione di una volontà popolare e che invece non risultano spesi. Il decreto in cui il dipartimento alla Funzione pubblica impone la sanzione per il mancato utilizzo delle cifre è di qualche settimana fa. Fra i Comuni sanzionati ci sono quelli di Palermo, Messina e Trapani.

In questi giorni, però, la deputata del Movimento Cinque Stelle, Gianina Ciancio ha sollevato la questione. “È da anni – ha spiegato la parlamentare regionale – che monitoriamo come i Comuni spendono questi fondi e – ha continuato Ciancio – la situazione è peggiorata, visto che la sanzione del 2016 si fermava a 1,8 milioni, mentre adesso ha superato la soglia dei 2 milioni”. Alle amministrazioni comunali, infatti, vengono decurtate le risorse che dovevano essere impiegate con il bilancio 2017. La Regione applica così una sanzione pari all’importo non speso che, nel caso dei Comuni che non hanno attivato gli strumenti di partecipazione democratica, è pari al 2 per cento degli stanziamenti regionali.

Critico verso la situazione che si è venuta a creare è anche Claudio Fava, deputato Ars eletto con la lista Cento passi per la Sicilia. “In tempi in cui i Comuni sono massacrato da continui tagli – ha affermato il deputato – ogni singolo centesimo è prezioso. Doppiamente – ha continuato – se parliamo di fondi destinati alla partecipazione democratica. Per questo è grave che oltre il 40% dei fondi disponibili non sia stato speso dai comuni. Probabilmente – ha concluso Fava – servirà una revisione della norma regionale, anche con meccanismi di premialità per i Comuni virtuosi a cui pensare di assegnare i fondi sprecati da altri enti locali. Proporremo questa misura già nella prossima legge finanziaria regionale”.

La misura dei fondi per la democrazia partecipata è stata introdotta con la legge di stabilità del 2014 su proposta del Movimento cinque stelle. La norma prevede che il 2 per cento delle risorse che la Regione eroga ai Comuni sia destinata sulla base delle iniziative che i cittadini vorranno assumere attraverso strumenti di democrazia partecipata, diretta o mediata. Il dipartimento alle autonomie locali aveva già pubblicato un decreto con tutti i Comuni inadempienti ad ottobre. Poi a dicembre ha pubblicato un decreto con alcune rettifiche. Può accadere infatti che la causa della sanzione non sia il mancato impiego delle risorse quanto piuttosto la mancata attestazione dell’avvenuta spesa dei fondi.

Proprio a questo riguardo la deputata 5stelle Gianina Ciancio invita “gli amministratori locali che effettivamente hanno speso tali fondi ad attivarsi per attestarne l’utilizzo secondo quanto previsto dalle legge regionale 5 del 2014, ricordando – aggiunge – che nel 2019 il Movimento Cinque Stelle ha fatto approvare una modifica sostanziale alla legge, secondo la quale adesso è obbligatorio dotarsi di un regolamento comunale che dia ancora più voce ai cittadini, lasciando a loro la possibilità di scelta dei progetti e non alla discrezionalità di dirigenti e politici locali, come avveniva fino al 2018”

Stando al decreto il Comune di Palermo è quello che più avrebbe dovuto spendere con lo strumento e che invece dovrà restituire le risorse. Si tratta di circa 314 mila euro. Anche il Comune di Messina dovrà restituire una parte dei fondi. A fronte di un impiego che doveva essere di 109 mila euro, la città sullo Stretto ha usato per la democrazia partecipata soltanto 26 mila euro e così sono da restituirne 82mila. Nel decreto risulta che saranno sanzionati anche il Comune di Vittoria per 47mila, quello di Favignana per 46mila e quello di Modica per 42mila. E ancora: il Comune di Trapani per 33mila, e per cifre attorno ai 28mila euro ciascuno i Comuni di Paternò, Piraino e Marsala.

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