“Adesso che anche le sentenze parlano di rapporti ravvicinati tra la mafia e il Presidente del Consiglio, speriamo che si trovino 316 parlamentari che lo sfiducino. Ci auguriamo che ciò avvenga prima che Berlusconi faccia ulteriori danni al Paese e che distrugga completamente la nostra credibilità all’estero”. Lo dice in una nota il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro a proposito della sentenza di condanna dei giudici della corte d’appello di Palermo a carico del senatore Dell’Utri.
“Aspettiamo di leggere tutta la motivazione dei giudici di Palermo, certo queste anticipazioni sono comunque sconcertanti per il presunto ruolo avuto dal senatore Dell’Utri nel rapporto di mediazione e collegamento tra la mafia e l’allora imprenditore, Silvio Berlusconi”. Così il capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, commenta le anticipazioni della sentenza dei giudici della corte d’appello di Palermo sul caso Dell’Utri e sul coinvolgimento del premier. “Ai fini della responsabilità penale – conclude – attendiamo l’ultimo grado di giudizio, ma ai fini di una trasparenza istituzionale e di una chiarezza politica, crediamo che i cittadini abbiano il diritto di sapere cosa sia realmente avvenuto, perché ci sono stati quei contatti e se vi sono stati dei vantaggi per l’utilizzatore finale o per altri”.
”Ci sarà tempo per considerare ogni aspetto di queste motivazioni. La condanna ingiusta contro il senatore Dell’Utri addolora profondamente e c’è davvero da augurarsi che la Cassazione possa essere molto più coraggiosa”. Lo dice il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. ”In ogni caso – aggiunge – la Costituzione stabilisce che ogni cittadino deve essere considerato innocente fino a sentenza definitiva e la sinistra ha il dovere di applicare questo principio anche a Marcello Dell’Utri”. ”Di più la Corte d’Appello ha chiarito che non c’é stato alcun patto politico o elettorale con la mafia e ha smontato una serie di altri teoremi, a partire dalle assurde accuse di Spatuzza, fino al coinvolgimento del nascente centrodestra nelle stragi, passando per la tesi della cosiddetta ‘entità’. Tutto questo – sottolinea Capezzone – è stato spazzato via: ed è su questo che una parte della magistratura, oltre che il sistema dei media, dovrebbe riflettere”.