PALERMO – Dopo l’allarme chiusura che negli scorsi mesi aveva riguardato il Museo Madralisca di Cefalù, il sindacato Cobas Codir con Michele D’Amico torna a denunciare la crisi dell’ente museale della città arabo-normanna: “Da otto mesi i lavoratori non prendono lo stipendio e gli aiuti economici promessi sono rimasti solo intenzioni. Senza soluzioni lo sciopero è inevitabile”.
La questione non è nuova. La crisi era stata paventata già lo scorso novembre all’indomani della pubblicazione della ripartizione dei fondi dell’ex tabella h. Mentre, infatti il Museo aveva previsto un incasso di circa 140mila euro, le risorse effettivamente riconosciute sono state inferiori: circa 70mila euro.
Sul sostentamento della fondazione si era anche pronunciato il presidente della Regione Nello Musumeci: “La Fondazione Mandralisca rimane una delle più antiche e prestigiose istituzioni culturali della nostra Isola. Per questo l’attenzione del mio governo sulla onlus non può che essere massima”. L’impegno era quello di cofinanziare delle attività nel 2020.
Ma intanto i lavoratori, stando a quanto denuncia D’Amico, rimangono senza stipendio. “A novembre – racconta il sindacalista del Cobas/Codir – abbiamo anche chiesto un’audizione in commissione Cultura dell’Ars per affrontare organicamente e insieme a tutti gli attori protagonisti di questa triste storia nei confronti del Museo Mandralisca e dei lavoratori che, nel mese di novembre, erano creditori di ben 4 mensilità stipendiale, oggi giunte a 8. Eravamo stati convocati dalla commissione Cultura dopo qualche ora però, inspiegabilmente, disdettata mentre il Presidente della Regione, da parte sua, promise un aiuto economico che, a distanza di ben 3 mesi, è rimasto solo nelle sue intenzioni.”
Il Mandralisca incasserebbe ogni anno circa 100 mila euro ma le risorse “sono – così spiega Michele D’Amico – “assolutamente insufficienti per la gestione ordinaria e per pagare gli stipendi ai sette lavoratori che, con il proprio lavoro, permettono la gestione amministrativa, la fruizione dei beni in esso contenuto ma anche di essere costantemente vigilato di giorno e di notte. Eppure, – prosegue il sindacalista – in una ipotetica classifica dei musei regionali, il Museo Mandralisca sarebbe tra i primi dieci siti culturali siciliani sia in termini di visitatori che di incasso”.
Per fare fronte all’emergenza e ottenere dei risparmi i lavoratori hanno pure accolto la proposta di cambiare contratto di lavoro passando da quello per il personale museale a quello per il personale delle fondazioni. Nulla però è cambiato. “Adesso – afferma Michele D’Amico – i lavoratori sono stanchi delle parole e delle promesse non mantenute per questo il Cobas/Codir sollecita il Sindaco di Cefalù e il Presidente della Regione a tradurre in atti concreti gli impegni presi nel novembre scorso al fine di permettere a tutto il personale di percepire le 8 mensilità arretrate, avvertendo – conclude – che in caso contrario il senso di responsabilità dimostrato da novembre a oggi, si tradurrà in una prova di forza che porterà certamente a uno sciopero a oltranza con inevitabili gravi conseguenze per il massimo sito culturale cefaludese”.