CATANIA – La proposta della Procura regionale della Corte dei conti di applicare la misura interdittiva legale per dieci anni a Enzo Bianco e agli esponenti della sua Giunta, nonché di chiedere una sanzione pecuniaria di oltre un milione di euro, conferma la correttezza e la fondatezza delle denunce politiche avanzate da Catania Bene Comune, spesso in solitudine, negli anni in cui Bianco è stato Sindaco di Catania. In quegli anni una parte di Catania ha scelto di chiudere gli occhi, di girarsi dall’altra parte, tifando acriticamente e nostalgicamente, per un’amministrazione che ha dimostrato di essere stata invece in perfetta continuità con le amministrazioni di centrodestra guidate da Scapagnini e Lombardo. La Corte dei Conti infatti accusa Bianco e i suoi assessori di aver omesso “le iniziative necessarie a fronteggiare le gravi irregolarità contabili e la rilevante crisi finanziaria in cui versava il Comune di Catania”. L’amministrazione Bianco è anche accusata di “una perdurante mala gestio nonché della palese e cosciente violazione dei principi di veridicità, attendibilità e universalità del bilancio, tutte cause che hanno determinato un ulteriore e progressivo aggravamento della situazione finanziaria dell’ente”.
Il danno arrecato alla città purtroppo però non ammonta al milione di euro richiesto come sanzione: è molto più profondo. E nessuna soddisfazione produce la richiesta di interdizione dalle cariche pubbliche e dai pubblici uffici mentre la città è stata costretta a dichiarare il dissesto, i servizi sociali sono senza un soldo, la città è schiava delle aziende private che si occupano di rifiuti, non vi è nessuna manutenzione soddisfacente, i lavoratori sono costretti a ricevere i pagamenti dopo mesi, le società partecipate sono costantemente sotto minaccia di tagli ed esuberi, e oggi a causa della crisi determinata dal coronavirus si rischia di tornare a non poter pagare le bollette e gli stipendi.
La gravissima vicenda dell’amministrazione Bianco obbliga la città e le sue Istituzioni ad aprire gli occhi sulla drammatica condizione finanziaria degli enti locali. Non si possono più garantire i servizi truccando i bilanci, non si possono più pagare le consulenze e le assunzioni imbrogliando le carte, non si può più dire che va tutto bene nascondendo dati contabili. Bisogna esigere che il governo regionale e il governo nazionale, anche attraverso l’attuale iniezione di risorse da parte dell’Unione Europea, investano negli enti locali per assicurare servizi essenziali e diritti.
Foto pagina Fb di CbC
I cittadini palermitani con l’aumento delle tasse ormai certo copriranno il dissesto ma nel contempo dovrebbero pure chiedere conto e ragione, e giuridicamente ne avrebbero tutto il diritto, a tutti coloro che lo hanno provocato. Esisterebbe anche la via elettorale non appena sarà consentita ma visto come sono andate per affluenza di voto le ultime amministrative in Italia non ci giurerei che la maggioranza dei palermitani si rechi alle urne per avviare un cambiamento politico a Palazzo delle Aquile……