SIRACUSA – Un’altra tegola sul governo Crocetta. Stavolta al centro della polemica l’assessore al territorio Mariarita Sgarlata. La notizia, già raccontata nei giorni scorsi dagli organi di informazione siracusani, riguarda una piscina prefabbricata che l’assessore ha realizzato in una sua villa a Siracusa. Secondo gli ispettori del dipartimento dei Beni culturali su quei lavori e quelle autorizzazioni ci sarebbero delle ombre. Che hanno portato alla sospensione del sovrintendente Beatrice Basile, sostituita nei giorni scorsi con Calogero Rizzuto. La novità, raccontata oggi dai quotidiani, sta nell’invio in procura (i pm avevano aperto un fascicolo per un esposto) di tutte le carte da parte del presidente della Regione Rosario Crocetta. Che a Repubblica dice: “E’ ovvio che se i pm ravvisassero elementi per portare avanti un’inchiesta non potrei più esimermi dal rimuovere l’assessore. Ma io, fossi in lei, mi sarei già dimesso. Questo voglio che sia chiaro”. Poi, all’Ansa, aggiunge: “L’assessore ha peccato di leggerezza politica”.
Il governatore spiega di avere ricevuto la relazione due settimane fa e di avere convocato la stessa sera l’assessore che all’epoca in cui si riferiscono i fatti aveva la delega ai Beni culturali. “Mi ha detto che secondo lei non ha commesso irregolarità – afferma Crocetta -. Ma io non potevo agire altrimenti, per rispetto del popolo siciliano. In 40 anni di attività politica non ho mai costruito piscine né ho mai abitato in ville stile liberty”.
Parole che pare abbiano colto di sorpresa l’assessore, già responsabile dei Beni culturali, oggi al Territorio in quota Pd area Renzi. La Sgarlata si è già difesa dalle accuse in questi giorni, parlando di “metodo Boffo” ai suoi danni. “Nessun abuso è stato commesso”, ripete l’assessore, che parla di “castello maldestramente costruito su una piscina prefabbricata”. La relazione degli ispettori mette i riflettori su una “accelerazione ingiustificabile” nell’esame della pratica della Sgarlata e su una serie di altre presunte violazioni.
La relazione degli ispettori ha portato il dirigente Rino Giglione a sollevare la Basile, che già era apparsa la più in bilico tra tutti i sovrintendenti nominati dalla Sgarlata e “congelati” dall’assessorato ora guidato da Giusy Furnari. Che è espressione del Patto dei Moderati. Di cui fa parte Michele Cimino, il politico più vicino a Giglione. La sostituzione della Basile è stata oggetto di una guerra a Siracusa, con gli ambientalisti e altri esponenti politici che hanno fatto quadrato attorno alla sovrintendente, oggetto a loro dire di un attacco da parte dei cementificatori. Non solo, gli stessi ambientalisti avevano portato prima ancora gli atti in procura. “Le notizie calunniose relative alla costruzione di una piscina abusiva nella casa di mia proprietà – aveva scritto nei giorni scorsi la Sgarlata, inquadrando nel contesto di uno scontro tutto politico la vicenda della piscina – sono il frutto di un attacco di natura politica che inevitabilmente segna il momento finale di uno scontro che a Siracusa in questi anni ha visto protagonisti associazioni, cittadini a difesa della città e del suo inestimabile paesaggio da una parte e alcuni imprenditori, tesi a garantirsi porzioni di quel territorio per nuove edificazioni, dall’altra”.
Gli ambientalisti non ci stanno: “Il governatore Crocetta arriva tardi, le associazioni ambientaliste di Siracusa insieme ai Verdi e al “suo” Partito Democratico, hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Siracusa per richiedere gli accertamenti necessari su una vicenda che ha il sapore di una resa dei conti solo politica”, scrive il leader dei verdi di Siracusa, Giuseppe Patti.
“Nessun abuso è stato commesso, come è già stato accertato da un’ispezione del Corpo Forestale dello Stato, nella villa dell’assessore Sgarlata, solo un eccesso di zelo per alto senso del rispetto del paesaggio da parte dell’assessore, un’ingenuità da parte degli uffici, sono tutte opere edilizie non soggette ad alcuna autorizzazione, poichè temporanee ed amovibili in qualsiasi momento. Non si utilizzi il ‘Metodo Boffo’ per infangare un alto dirigente dell’amministrazione regionale, con ampi meriti a tutela e difesa del paesaggio e dell’ambiente”, aggiunge l’esponente dei Verdi.
Ma Crocetta non difende il suo assessore: “Un amministratore deve mantenere sobrietà anche perché altrimenti sottopone ad attacchi e polemiche l’intero governo. L’assessore Sgarlata sa come la penso perché l’ho convocata formalmente dopo avere ricevuto il dossier sulle presunte irregolarità che avrebbe commesso nella costruzione di una piscina nella sua villa. Non le avevo detto che avrei mandato gli atti alla Procura di Palermo, ma lo faccio sempre in questi casi e un assessore non è diverso dagli altri”, dice all’Ansa il governatore.
“Ho ricevuto il dossier degli ispettori nella mia posta riservata e avrei potuto mantenere la segretezza – afferma Crocetta – ma per me il Palazzo deve essere trasparente, così ho trasmesso la documentazione ai magistrati per le loro valutazioni, spetta alla Procura stabilire se è stato commesso un reato. Sicuramente dal punto di vista politico l’assessore ha sbagliato e non penso come dice lei che sia vittima del ‘metodo Boffo'”. Il posto della Sgarlata è da tempo in bilico anche per ragioni politiche. Si è sempre fatto il suo nome nelle ipotesi di rimpasto come casella da liberare per l’ingresso di un altro esponente del Pd.
Aggiornamento 14:55. “Sulla vicenda dell’assessore Sgarlata non permetterò strumentalizzazioni politiche, il governo ha le carte in regola”. Così all’Ansa il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, torna sul caso dell’assessore Mariarita Sgarlata, al centro di una inchiesta della Procura di Siracusa che indaga sulla costruzione di una piscina nella villa dell’esponente di governo, quando la stessa aveva la delega ai Beni culturali, poi consegnata al governatore al momento del rimpasto, e ricevendo la delega all’Ambiente. La questione è finita anche in una relazione degli ispettori dei Beni culturali consegnata al governatore Crocetta che ha l’ha inviata alla Procura di Palermo. “Trasmettendo gli atti alla Procura – afferma Crocetta – mi sono limitato a fare il mio dovere, impedendo che chiunque potesse speculare su questa vicenda e garantendo in questo modo l’onorabilità del governo e dello stesso assessore”. E aggiunge: “E’ evidente che questo da parte mia non significa alcun giudizio di responsabilità, in presenza di una procedura complessa dal punto amministrativo e rispetto a presunte infrazioni la cui valutazione spetta ai tecnici”.
“Nei confronti dell’assessore – precisa il presidente della Regione – ho applicato il metodo garantista che applico con tutti, e non significa affatto che l’assessore sia colpevole. Semplicemente, inviare gli atti ai magistrati contribuisce a fare un’operazione di verità”. Dimissioni assessore? “Non c’è alcun problema politico, in assenza al momento di infrazioni”.