PALERMO – Come se nulla fosse mai accaduto, come se il commissario dello Stato non avesse mai impugnato gran parte degli articoli della Finanziaria, rallentando l’erogazione degli stipendi per i dipendenti regionali e i precari degli enti locali, all’Ars le buste paga sono arrivate.
Proprio così, come si apprende nell’odierna edizione di Repubblica, i parlamentari siciliani, seppur in ritardo sulla scadenza del 23 gennaio ma in anticipo rispetto alle categorie sopra citate, hanno ricevuto gli 8.300 euro stabiliti dalla recente riduzione del proprio compenso (prima erano 11.800). Da dove vengono dunque i fondi necessari a pagare non solo i 90 deputati ma anche i 240 amministrativi e gli 80 stabilizzati dei gruppi? Dall’ex fondo di solidarietà dove confluiscono le cifre per le buoneuscite dei parlamentari. Un ‘tesoretto’ di circa 5 milioni a cui poter attingere a piene mani per ristabilire, a detta del deputato questore Paolo Ruggirello, “decoro nell’Ars visto che molti ultimamente tendevano a ridicolizzare l’istituzione dicendo che all’Ars erano finiti pure i soldi per la carta igienica”. Una mossa legittima quanto astuta per il parlamento regionale che anche in questa occasione da l’impressione di una Sicilia che viaggia a due velocità opposte.
