Elezioni europee, grandi manovre nei partiti: nomi 'pesanti' in ballo

Elezioni europee, grandi manovre nei partiti: nomi ‘pesanti’ in ballo

Le scelte in vista della consultazione del 2024

PALERMO – Partiti in movimento in vista delle elezioni europee del 2024. In Sicilia la corsa elettorale al seggio europeo non è formalmente partita, ma dietro le quinte sono già in corso le trattative per la formazione delle liste. La Circoscrizione Isole mette insieme Sicilia e Sardegna, in palio otto posti per Bruxelles: sei siciliani, due sardi. Si voterà con il sistema proporzionale: faranno parte del nuovo parlamento europeo tutte le liste che supereranno la soglia del 4%. Le liste dovranno tenere conto dell’alternanza di genere: quattro uomini e altrettante donne.

Forza Italia e Dc, matrimonio in bilico

Grande incertezza, al momento, in casa Forza Italia. Non è un mistero che il governatore Renato Schifani spinga per “allargare” la lista degli azzurri ad altri soggetti centristi che si riconoscono nel Partito popolare europeo: sfumata l’ipotesi Lombardo, che nel frattempo ha stretto un patto con la Lega, rimane in campo la nuova Dc. Una strada che nel partito, sia a livello nazionale che locale, fa storcere il naso a molti: oltre lo Stretto non vedrebbero di buon occhio l’alleanza con Totò Cuffaro, nel timore che sarebbero più i voti persi di quelli guadagnati, mentre in Sicilia gli eredi di Berlusconi non gradirebbero una presenza ingombrante come quella dei democristiani. Un nodo che non verrà sciolto a breve e che quindi impone di ragionare su due opzioni: con o senza la Dc. Nel primo caso, dei sei posti che spettano all’Isola due (un uomo e una donna) andrebbero ai cuffariani, il che lascerebbe ai forzisti siciliani quattro caselle: in pole position ci sarebbe l’assessore all’Economia Marco Falcone e non si esclude la ricandidatura dell’ex Pd Caterina Chinnici; non sembra esserci spazio, invece, per il ‘già grillino’ Giancarlo Cancelleri, passato tra le file azzurre ma scomparso dai radar. Discorso diverso se invece la lista fosse tutta appannaggio dei forzisti: per compensare il mancato apporto Dc, il partito potrebbe chiedere ai big (assessori e deputati) di correre per trainare il risultato e a quel punto tra i candidati potrebbero spuntare il recordman di preferenze Edy Tamajo e la deputata regionale messinese Bernardette Grasso.

La squadra Dc

In casa Dc è in campo la candidatura dell’europarlamentare uscente Francesca Donato, eletta cinque anni fa con la Lega, ma sono in tanti a scommettere per un ritorno di un cuffariano doc come Antonello Antinoro, già deputato europeo tra il 2009 e il 2014. Se il matrimonio con Forza Italia dovesse fallire, la strada più naturale sarebbe l’intesa con Matteo Renzi e il suo ‘Il Centro’. Tra Cuffaro e l’ex premier c’è un certo feeling politico, e in quel caso la Dc scenderebbe in campo con un big come l’attuale capogruppo all’Ars Carmelo Pace: per lui si tratterebbe di una candidatura di servizio che contribuirebbe ad accrescere l’appeal del nuovo contenitore politico. Da parte renziana, invece, arriverebbe l’impegno del deputato alla Camera Davide Faraone e della senatrice Dafne Musolino, fresca di passaggio da Sud chiama nord a Italia viva.

Le mosse in casa Azione

Al centro è aperto anche il cantiere di Azione. Carlo Calenda potrebbe chiudere l’accordo con +Europa, che ha già dato buoni frutti alle Comunali di Palermo, e provare così a superare più facilmente la soglia di sbarramento. Nel capoluogo si fa il nome di Fabrizio Ferrandelli, forte del lusinghiero risultato ottenuto alle Amministrative del 2022, anche se l’interessato nega. A Catania possibile, invece, l’impegno del deputato Giuseppe Castiglione che contribuirebbe a rafforzare il peso elettorale della lista.

Lega-Mpa, patto europeo

Il recente matrimonio tra Lega e Movimento per l’autonomia ha rimescolato le carte anche in chiave Europee. Certa la ricandidatura dell’uscente leghista Annalisa Tardino, una delle sostenitrici più convinte del patto federativo con Raffaele Lombardo. Un feeling che potrebbe portare l’ex governatore addirittura a sostenere la deputata agrigentina nella corsa alla riconferma a Bruxelles. Lombardo, tornato in pista dopo l’assoluzione definitiva avvenuta a marzo, sembrerebbe intenzionato a resistere al pressing dei tanti che nel partito gli chiedono un impegno in prima persona. Il nodo verrà sciolto a breve. Nella lista Lega-Mpa troverà posto anche l’assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano, che ha scelto di misurarsi nella competizione europea. Alla finestra, tra i salviniani di Sicilia, Luca Sammartino, ras del voto nel Catanese. L’assessore regionale all’Agricoltura non ha ancora scelto come far valere il proprio peso elettorale per essere protagonista delle scelte del Carroccio siciliano. Tra gli autonomisti possibile anche la candidatura di servizio dell’assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro.

Fratelli d’Italia in overbooking

Chi non ha problemi di candidature è Fratelli d’Italia: i sondaggi premiano ancora il partito della premier Giorgia Meloni e, dal momento che le Europee sono elezioni in cui pesa maggiormente il voto d’opinione, sono in tanti ad aspirare a un posto in lista. Non è ancora chiaro se il presidente del Consiglio sarà capolista in tutti i collegi e – se è certa la ricandidatura del palermitano Giuseppe Milazzo, eletto cinque anni fa con Forza Italia – sono in molti a chiedersi se sarà concessa una ulteriore chance all’altro uscente, Raffaele Stancanelli. In Sicilia orientale si dice che Ruggero Razza e Basilio Catanoso potrebbero essere della partita, così come circola il nome del coordinatore provinciale dei meloniani etnei Alberto Cardillo, che godrebbe del sostegno del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Tra gli outsider anche il sindaco di Gravina di Catania, Massimiliano Giammusso. Per le quote rosa il partito potrebbe chiedere l’impegno delle due componenti della giunta Schifani, ossia Elena Pagana (che sarebbe comunque in alternativa al marito Razza) ed Elvira Amata, ma non si escludono le ipotesi della deputata regionale agrigentina Giusi Savarino e della senatrice Ella Bucalo. In corsa potrebbe esserci anche l’assessore regionale ai Beni culturali, il palermitano Francesco Scarpinato, anche se bisognerà tenere conto del bilanciamento tra le province.

Traffico anche in casa Pd

Diversi i nodi da sciogliere nel Partito democratico. Caterina Chinnici, eletta per due legislature a Bruxelles tra i dem, ha fatto le valigie per approdare in Forza Italia e così l’unico uscente è l’ex medico del poliambulatorio di Lampedusa Pietro Bartolo, che potrebbe però trovare posto nella circoscrizione dell’Italia centrale liberando spazi per i tre uomini siciliani della lista. Da tempo si parla di un derby di vecchia data nelle stanze dei dem di Sicilia, quello tra l’ex capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo, oggi consigliere comunale a Palermo, e l’attuale presidente dell’Antimafia regionale Antonello Cracolici. A pesare, nel caso di Lupo, sarà l’esito del processo nato dallo scandalo Saguto che lo vede imputato con l’accusa di corruzione. La circostanza un anno fa bloccò la candidatura alle Regionali, su espressa richiesta dell’allora aspirante governatrice Chinnici, ma adesso, in caso di assoluzione, l’esito sarebbe diverso. Il nodo verrà sciolto presto: la sentenza è prevista entro la fine del 2023. I dem avrebbero risposto “no grazie” all’autocandidatura dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, anche se il diretto interessato contatta LiveSicilia per dare la sua versione dei fatti: “Non c’è alcuna mia autocandidatura e, di conseguenza, nessun ‘no’ da parte di alcun dirigente del Pd – dice l’ex governatore -. Forse qualcuno ha paura di un mio eventuale passo per le Europee?”. Nel Pd si sta riflettendo su un altro nome pesante del centrosinistra palermitano: quello dell’ex sindaco del capoluogo Leoluca Orlando, che da tempo lancia segnali di fumo alla segreteria Schlein bypassando il partito siciliano. Tra i nomi che circolano anche quello dell’ex deputato alla Camera Erasmo Palazzotto, mentre appare improbabile un ritorno di Claudio Fava. Resta il punto interrogativo sul nome forte da schierare nella Sicilia orientale. Sul fronte femminile pesa la scelta di Elly Schlein di fare da capolista in tutta Italia. L’obiettivo è quello di di trascinare il partito oltre quota 20% nel primo vero test della sua segreteria. A farle compagnia in Sicilia la palermitana Cleo Li Calzi, responsabile Pnrr del Pd siciliano, e la messinese Maria Flavia Timbro, ex deputata alla Camera per Liberi e uguali.

A sinistra nel segno di Santoro

Il mondo a sinistra del Partito Democratico prova a rialzare la testa affidandosi al giornalista Michele Santoro che, in vista delle elezioni, ha lanciato con Raniero La Valle la lista ‘Assemblea!’ che potrebbe coinvolgere Luigi De Magistris e Rifondazione comunista. Al momento i nomi che circolano in Sicilia sono quelli di due palermitani come Giusto Catania e Barbara Evola, già assessori nelle giunte Orlando.

La partita di Sud chiama nord

Sarà della partita anche Cateno De Luca. Il vulcanico sindaco di Taormina è reduce da un risultato non entusiasmante alle elezioni suppletive del collegio Monza-Brianza, celebrate per assegnare il seggio che fu di Silvio Berlusconi. De Luca continua comunque la sua campagna per far conoscere il brand di Sud chiama nord. La legge gli consente di potere presentare le liste per il Parlamento europeo senza dovere ricorrere alla raccolta delle firme. In Sicilia il nome più gettonato, oltre a quello dello stesso De Luca come capolista, è quello dell’ex deputato regionale Danilo Lo Giudice, fedelissimo del leader di Sud chiama nord e oggi sindaco della cittadina messinese di Santa Teresa di Riva. In lista anche l’ex ‘Iena’, e oggi deputato regionale, Ismaele La Vardera.

M5s in fase di riflessione

Il Movimento cinque stelle, infine, tenterà di far dimenticare ai propri elettori le esperienze delle ultime Europee finite in modo poco entusiasmante. Gli uscenti Dino Giarrusso e Ignazio Corrao hanno lasciato il movimento e bisognerà ripartire con nuovi nomi in grado di ricreare entusiasmo. Giuseppe Conte non ha ancora deciso sulle modalità con le quali sarà creata lista dei pentastellati. Fonti bene informate spiegano che sarà comunque tenuta in considerazione la volontà degli iscritti, anche se non è ancora chiaro in che modo. Difficile una selezione online di tutti i candidati, più probabile che si punti a una rosa scremata di candidati tra i quali poter scegliere. In piedi anche la possibilità di candidature che possano aumentare l’appeal della lista scelte direttamente dal vertice del movimento, come nel caso dell’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico che però avrebbe virato sulla circoscrizione dell’Italia meridionale. In Sicilia si fa il nome dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, mentre stanno valutando un proprio impegno anche gli ex deputati regionali Giovanni Di Caro e Giorgio Pasqua.


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