Europee, i veti incrociati frenano l'asse tra Cuffaro e Renzi

Europee, i veti incrociati frenano l’asse Cuffaro-Renzi: Dc in standby

Le trattative si prolungano, Udc alla finestra
VERSO IL VOTO
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PALERMO – Il classico schema di centro da un lato, gli Stati Uniti d’Europa dall’altro: in mezzo la Dc di Totò Cuffaro, a sua volta indecisa sulla strada da intraprendere. Sono giorni di riflessione in casa Iv e tra i cuffariani. Il progetto centrista per le Europee lanciato pochi giorni fa da Matteo Renzi con tanto di campagna di affissioni nelle città italiane sta lasciando spazio a un rassemblement che comprende anche +Europa, i socialisti e i Libdem. Una opzione, quest’ultima, che nelle intenzioni dei renziani prevedeva anche la presenza della Dc Nuova ma la strada del mega-listone che punta a superare la soglia del 4% si è fatta piena di veti incrociati.

Il veto di Pizzarotti

Il primo No porta la firma di Federico Pizzarotti. L’ex sindaco grillino di Parma, che oggi presiede +Europa, vede come il fumo negli occhi l’alleanza con Cuffaro e non ha avuto remore nell’aprire lo scontro interno con Emma Bonino ricordando la condanna di Cuffaro per favoreggiamento alla mafia. All’ex sindaco di Parma ha risposto per le rime il dirigente Dc Stefano Cirillo, ma al di là delle schermaglie verbali sono le differenze genetiche a pesare in queste ore. Differenze che porteranno le trattative inevitabilmente alla lunga, forse a ridosso del tempo limite per la presentazione delle liste.

Democrazia cristiana divisa

Visioni diverse si registrano anche dalle parti della Dc. Cuffaro, che con Renzi ha costruito un rapporto di stima politica reciproca dialogando da tempo, spinge per l’intesa con l’ex premier e spera che Pizzarotti faccia saltare il banco. Al pensiero dell’ex governatore si è allineato anche il deputato all’Ars Ignazio Abbate. Non la pensa così il capogruppo dei democristiani a Sala d’Ercole, Carmelo Pace, che preferirebbe lo schema classico con i moderati che guardano a destra.

“Avevamo avviato un dialogo con Forza Italia nell’ottica del Ppe ma non è stato possibile realizzare questo progetto – osserva Pace -. A questo punto sarebbe più logico costruire una casa comune con le altre forze moderate che, come noi, sono inserite nell’alleanza di centrodestra”. Parole che portano dritte all’Udc e, chissà, forse anche al Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo. Pace, che comunque lavora fianco a fianco con Cuffaro al nodo alleanze, porta poi il discorso alle estreme conseguenze: “Se proprio dovessimo fare un accordo elettorale innaturale, cioè con chi ha valori diversi dai nostri, preferirei restare comunque nell’alveo del centrodestra”.

L’Udc apre le porte

Nel quartier generale dell’Udc sia aprono le porte all’idea di una alleanza nel segno del tanto conteso scudocrociato. “Del resto stiamo parlando di personalità politiche nate con la gloriosa Democrazia cristiana”, sottolinea il coordinatore regionale Decio Terrana. Sabato ci sarà un ulteriore passaggio delle trattative ma il nodo Cuffaro-Renzi sembra lontano dall’essere sciolto. La sensazione, ad oggi, è che la navicella Dc sia sempre più lontana dalla galassia renziana. Emblema del ‘vorrei ma non posso’ sono le parole di Davide Faraone che appena mercoledì, insieme con Renzi, aveva incontrato Cuffaro e Pace. “Da ex iscritto ai Ds dico che la lista Stati Uniti d’Europa ha bisogno del voto di tutti – le parole del capogruppo Iv alla Camera -. La cultura democristiana rappresenta un contributo importantissimo per il Paese. Basta insulti alla sua storia”.

La Dc chiede pari dignità

Parole innescate dal fuoco di fila generato davanti a una possibile candidatura in prima persona (sempre smentita) di Cuffaro. Il pressing di Iv verso l’ex governatore a un certo punto ha portato anche all’indiscrezione di un appoggio sotterraneo della Dc a uno dei candidati renziani in lista nella Circoscrizione Isole (l’idea più accreditata era quella della senatrice Dafne Musolino). Ipotesi bocciata dalla Dc, che chiede a Renzi pari dignità e la possibilità di dare i propri candidati. Per la Sicilia il nome che circola nelle ultime ore è quello dell’assessore regionale Andrea Messina. Se l’alleanza tra Cuffaro e Renzi dovesse saltare, a quel punto prenderebbe corpo l’ipotesi di una reunion dei moderati di centrodestra. Mercoledì Terrana incontrerà Lorenzo Cesa e per quel giorno il dialogo con i cugini della Dc potrebbe essere già realtà, magari con un accordo in extremis che preveda il rientro nei giochi anche di Forza Italia.


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