Province, centrodestra alle prese con il caso Agrigento: aria d'intesa a sinistra

Province, centrodestra alle prese con il caso Agrigento: aria d’intesa a sinistra

La corsa alla presidenza del Libero consorzio
IL RETROSCENA
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PALERMO – Agrigento croce e delizia del centrodestra siciliano. In una provincia che alle ultime elezioni regionali ha donato il 51% dei consensi al centrodestra di Renato Schifani, relegando i due candidati dell’area progressista (Chinnici e Di Paola) ciascuno al 15%, va in scena uno degli scontri più accesi tra i partiti di maggioranza che potrebbe aprire la strada ad un accordo trasversale per le elezioni di secondo grado.

Province, caso Agrigento nel centrodestra

Lo scenario prende le mosse da una possibile candidatura nascente dall’asse Forza Italia-Mpa e che potrebbe trovare sponda in ambienti del Partito democratico. I nomi che circolano per la presidenza del Libero consorzio di Agrigento sono quelli del sindaco di Licata Angelo Balsamo (fronte Mpa) e del primo cittadino di Santa Elisabetta Liborio Gaziano (FI).

L’ipotesi di un accordo con il Pd, che circola da tempo, ora trova una doppia conferma: l’ultimo vertice regionale del centrodestra sulle Province, andato in scena martedì 18 marzo e concluso con l’ennesimo nulla di fatto, ma anche una riunione dei sindaci dem della provincia di Agrigento.

L’impasse nel centrodestra

Il dossier Agrigento è stato ancora una volta uno dei più scottanti al tavolo del centrodestra. Nella penultima riunione il leader Mpa Raffaele Lombardo e il coordinatore regionale FI Marcello Caruso avevano sottolineato ai convenuti che una iniziativa autonoma di Di Mauro e Gallo era già partita sul territorio.

In quell’impasse la Dc – che aveva già aperto al confronto su un nome condiviso per la presidenza portando sulle proprie posizioni anche Lega, Noi Moderati e FdI – preso atto della difficoltà di raggiungere il bersaglio grosso nella sua roccaforte, aveva proposto di affidare la presidenza del Libero consorzio a Fratelli d’Italia, prendendo in cambio la nomination su Ragusa.

Anche questa strada è risultata senza uscita e così martedì sera i centristi hanno gettato sul tavolo la terza proposta: la candidatura a Forza Italia con il sostegno di tutta la coalizione. A quel punto Lombardo, secondo più fonti presenti all’incontro, avrebbe tolto il velo di ipocrisia che da tempo aleggia sulla vicenda Agrigento ricordando l’esistenza di un dialogo avanzato tra il trio Gallo-La Rocca Ruvolo-Di Mauro e un’area del Partito democratico.

Pd in mezzo al guado

Il gioco incrociato delle conferme si completa con una riunione domenicale tra i sindaci agrigentini del Pd, nella quale si è parlato della possibilità di un accordo con l’asse Mpa-FI o comunque di un patto di non belligeranza. Di fatto c’è che il Partito democratico di Agrigento non ha ancora ufficializzato il proprio nome per le elezioni del 27 aprile, quando mancano 18 giorni alla presentazione delle liste.

Dai piani alti del Pd siciliano si esclude, tuttavia, qualunque ‘inciucio’ a destra (“nessuno è autorizzato a condurre questo tipo di trattative”) mentre viene commentata con una certa fermezza l’ipotesi che il simbolo dem a l’area progressista non siano presenti alle consultazioni del 27 aprile in provincia di Agrigento: “Sarebbe grave”.

Nel caso in cui si verificasse questa ipotesi la corsa diventerebbe una partita tutta interna al centrodestra: da un lato Dc, FdI, Lega e Noi Moderati, dall’altro Forza Italia e Mpa con il soccorso di forze provenienti dall’altra parte della barricata.

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