PALERMO – “Io in giunta con Sgarbi? In realtà non mi mai stato chiesto e in ogni caso avrei cortesemente rifiutato”. lo dichiara il noto professore, storico e scrittore Valerio Massimo Manfredi. Il suo nome era stato indicato da Sgarbi come quello di assessore designato ai Beni culturali in caso di elezione del critico d’arte alla presidenza della Regione. “Il mio impegno in Sicilia – prosegue Manfredi – è stato tutt’altro come è noto e spero lo sarà ancora molto presto”.
Manfredi poi interviene anche sul progetto di intervento sul Tempio G di Selinute, cui ha fatto cenno lo stesso sgarbi in recenti interviste, anche su Livesicilia. “Quel progetto è nato nell’ambito della Presidenza della provincia di Trapani allora guidata dall’onorevole Mimmo Turano, e tuttora vive grazie anche all’intervento di un grande gruppo economico come Sorgente Group ed ha avuto a suo tempo il sostegno della Presidenza della Regione Sicilia. Con la sponsorizzazione di Sorgente Group e l’appoggio e la collaborazione del’Università di Urbino – prosegue Manfredi – si è giunti in due anni di lavoro e per la prima volta, a effettuare un rilievo completo di tutti gli elementi architettonici del grandioso monumento selinuntino, operazione indispensabile per qualunque intervento. Questo progetto dunque – conclude – continua ad esistere a prescindere da qualunque mutamento in campo politico”. Concetti ribaditi dallo stesso Turano: “Quel progetto – dice – non deve essere oggetto di strumentalizzazioni politiche”.
Replica Vittorio Sgarbi: “Siamo molto amici con Manfredi – dice il critico al telefono -, gliene avevo parlato informalmente, dicendogli che in Sicilia da assessore avrebbe avuto massima autonomia, come quel grande archeologo italiano, Nicola Bonacasa, che tirò su il tempio di Cirene perché lo permise il regime di Gheddafi. Vuol dire che tireremo su il tempio G di Selinunte senza di lui. Non ho apprezzato la sua risposta”