Crisi agricola, muore il bestiame: trattori pronti a invadere la Sicilia - Live Sicilia

Crisi agricola, muore il bestiame: trattori pronti a invadere la Sicilia

Prezzi alle stelle, mancanza d'acqua: ecco dove nasce la rabbia

PALERMO – I capi di bestiame muoiono per la mancanza d’acqua, gli invasi sono vuoti e i prezzi dell’energia sono lievitati del 300% in alcuni casi. Alla Regione si è insediata l’unità di crisi, i trattori avanzano, col rischio di nuovi blocchi, oltre a quelli del Ragusano e del Palermitano. Nel Catanese sale la tensione e l’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino ha convocato anche i rappresentanti dei gruppi spontanei di protesta: lo scopo è evitare che si crei un’emergenza sociale. Ma dove nasce la crisi che inizia a riempire le strade di mezzi agricoli? Dagli allevamenti agli agrumeti, il viaggio nell’agricoltura siciliana in crisi.

Emergenza negli allevamenti

“Il fieno normalmente costa 15 centesimi al chilo, oggi sfiora 1,20 euro. La paglia da 8 centesimi ha toccato quota 60 centesimi”. Gino Catania guida la Cia della Sicilia orientale, il suo telefono esplode per le chiamate degli agricoltori disperati. La siccità ha bloccato la crescita dei seminativi e alimentare il bestiame diventa sempre più difficile. “Mancano foraggio e acqua – continua Catania – gli allevatori si stanno rivolgendo alla Protezione Civile, ma quello che preoccupa maggiormente è il timore per l’arrivo della nuova stagione”. Gli invasi sono vuoti, da Trapani al Catanese. La diga Ogliastro tra Catania ed Enna è vuota, stesso discorso per il bacino di Pozzillo e a Lentini si registra un paradosso. “Lì c’è l’acqua – spiega il rappresentante della Cia – ma la centrale di sollevamento è inutilizzabile e può servire soltanto alcuni centinai di ettari, praticamente niente”.

Dighe, non solo incompiute

Mentre gli agricoltori sono in ginocchio, nella Sicilia orientale la diga di Pietrarossa sfida il tempo, 40 anni per la sua realizzazione, mai ultimata, e la burocrazia. Nel Trapanese invece c’è la diga Trinità, a Castelvetrano, che dovrebbe servire 5mila ettari della valle del Belìce, fino a Mazzara del Vallo, “adesso non si sta invasando l’acqua – spiega a LiveSicilia Camillo Pugliesi, presidente regionale della Cia – perché la diga ha problemi strutturali. La diga è calcolata per ospitare 20 milioni di metri cubi, ma attualmente ce ne sono appena due. L’opera non è stata mai collaudata ed è stata riempita sempre fino a 4 milioni di metri cubi. A causa dei danni strutturali adesso stiamo sperando nel prossimo fine settimana di pioggia, per provare ad accumulare un po’ d’acqua”.

La crisi agrumicola

Trentacinquemila ettari di agrumeti in sofferenza. “Le arance vengono pagate circa 25 centesimi al chilo, a causa della mancanza d’acqua la pezzatura è piccola e nella grande distribuzione non possiamo competere con i concorrenti esteri”. Gino Catania chiede che si acceleri con la fase di trasformazione industriale: “Il governo ha risposto stanziando 7.5 milioni di euro, ma siamo già a febbraio e dobbiamo garantire una remunerazione ai produttori”. La siccità sta facendo perdere le staffe agli imprenditori e ai braccianti, perché la falda acquifera si sta abbassando e irrigare costa sempre di più. “Temiamo di non avere acqua per la prossima stagione – insiste Catania – sarebbe un dramma senza precedenti. Serve un piano straordinario, il governo e gli enti di bonifica devono rendersene conto”.

Allerta anche nella Igp

“Ci sono 6.500 ettari di produzione di arancia rossa in difficoltà a causa della siccità e i costi continuano a lievitare”. Sono le parole di Gerardo Diana, presidete del consorzio Igp Arancia rossa. Il prodotto è ben remunerato nella grande distribuzione, ma lo spettro dell’Irpef agricola inizia a fare saltare i conti delle aziende. “La terra è un bene di servizio e non può essere tassata. Nessuno ha detto un “no” deciso all’inizio e gli agricoltori sono disperati – continua Diana – l’abbassamento della falda comporta l’aumento dei costi di produzione, ma molti laghi non potranno garantire l’acqua per la prossima stagione“. A Caltagirone è stata assicurata appena la metà delle turnazioni di acqua. Il resto dell’approvviggionamento è stato pagato dagli agricoltori con i costi di energia per sollevare l’acqua dalla falda.

Sale la tensione tra Trapani e Palermo

Lo svincolo di Partinico è stato bloccato, “la situazione è calda – spiega a Livesicilia Camillo Pugliesi, presidente di Cia Sicilia – siamo stati ricevuti dall’assessore Sammartino con gli imprenditori del Dittaino e quelli del Trapanese, la siccità sta favorendo l’impennata dei prezzi”.

La principale criticità è nel prezzo dell’energia, che in alcuni casi è lievitato del 300%, con problemi di non poco conto nel Trapanese, dove i silos refrigerati delle cantine lavorano sotto il sole. “Le cantine sociali che liquidano gli ammassi ai produttori – aggiunge Pugliesi – hanno problemi seri, c’è un indotto di migliaia di imprese in ginocchio”.

Fertilizzanti e carburante alle stelle

L’assenza di piogge non rappresenta l’unico cruccio per i produttori di cereali, “le piante stanno subendo uno stress importante”, aggiunge ancora Pugliesi, l’urea per il frumento, in base ai dati registrati dalla Cia, “è passata da 40 euro al quintale ad oltre 100 euro al quintale. Il carburante è passato da 0,80 a 1,50 euro al litro. Ci sono aumenti che vanno dal 30 al 50%”.

Gli algoritmi e la strategia

Ci sono anche i problemi dei contributi per le aziende zootecniche, la Cia si sta impegnando con Agea per sbloccare le misure ferme a causa degli algoritmi: sono le indennità compensative per le zone svantaggiate.

In campo anche Confagricoltura. “Il comparto è totalmente in ginocchio – dice Giosuè Arcoria, presidente di Confagricoltura – con una crisi climatica che non ha precedenti, noi attendiamo la pioggia da mesi. Abbiamo chiesto all’assessore regionale Sammartino di attivarsi per lo stato di calamità, sono contento che abbiano portato questo problema sul tavolo del presidente Schifani. La situazione è grave – conclude – sono pienamente d’accordo con chi protesta in strada, ma noi continueremo a dialogare nel loro interesse con le istituzioni”.


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