Emergenza casa, alle famiglie| dai 3.600 ai 5.000 euro - Live Sicilia

Emergenza casa, alle famiglie| dai 3.600 ai 5.000 euro

La giunta Orlando sta studiando la possibilità di un contributo straordinario una tantum per almeno 300 nuclei senza un tetto sulla testa, per un importo totale di almeno un milione di euro.

vertice con sala delle lapidi
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PALERMO – Un contributo una tantum, da 3.600 a 5.000 euro (anche se l’amministrazione è orientata per i 3.600), per le famiglie palermitane senza casa, un intervento “anti-povertà” che potrebbe valere da un minimo di un milione a un massimo di 2,5 milioni di euro l’anno accontentando dai 300 ai 500 nuclei familiari. L’amministrazione Orlando scende in campo contro il disagio sociale che, nella sola quinta città d’Italia, secondo un recente censimento, riguarda oltre 1.100 famiglie e mette sul tavolo una serie di interventi di breve, medio e lungo termine per aiutare i nuclei più in difficoltà e che non hanno un tetto sulla testa.

Un pacchetto di misure ancora allo studio ma che la giunta ha cominciato oggi ad illustrare al consiglio comunale, nella speranza di trovare un accordo prima dell’approvazione del bilancio di previsione il cui termine ultimo scade a luglio. “E’ un contributo straordinario di urgenza, su cui dobbiamo ancora trovare la soluzione migliore”, spiega l’assessore alle Attività sociali Agnese Ciulla che ha partecipato a una conferenza dei capigruppo insieme al vicesindaco Emilio Arcuri e all’assessore al Bilancio Luciano Abbonato. I tre assessori hanno anche presentato un documento di tre pagine ai gruppi di Sala delle Lapidi per descrivere una situazione che non è certo delle più felici con dati aggiornati a febbraio del 2014.

Hanno chiesto l’iscrizione in graduatoria quasi 1.200 nuclei familiari che, ad oggi, vivono le situazioni più disparate: 407 affermano di coabitare, 187 di essere sotto sfratto per morosità, 75 di vivere in magazzini e 60 in auto, 8 in albergo e 5 in alberghi occupati, 7 in baracche, 4 nei camper, 14 al campo nomadi, 2 nelle cantine, 51 in comunità, 12 nei luoghi di culto, uno nei vagoni ferroviari, 2 al Castello di Maredolce, 11 abitano negli ex container e 36 all’ex Onpi, in 6 occupano l’ex Enel, 2 vivono nei garage, 40 hanno un’ordinanza di sgombero, 27 sono sotto sfratto per finita locazione, 69 in via Brigata Aosta, 20 occupano scuole, 6 vivono sulle panchine, una famiglia dice di vivere sotto i portici e un’altra in una stalla, due in tenda, una perfino nell’ufficio dell’avvocato. Tutte autodichiarazioni ancora però da verificare. Dei beni confiscati negli ultimi tre anni, inoltre, solo cinque sono stati trasferiti, di cui 4 terreni, e le assegnazioni di case Erp in dieci anni sono state solo 280. 2500 sono le case comunali di edilizia residenziale popolare, di cui 600 occupate abusivamente.

Il Comune, oltre a misure di breve termine come il contributo economico che può essere ordinario o straordinario a seconda se si ha il contratto di affitto in scadenza o non lo si ha affatto, pensa anche al medio termine e al lungo. Nel medio termine Palazzo delle Aquile conta di scorrere la graduatoria assegnando 10 beni in tre mesi, vendere i beni Erp, controllare le occupazioni abusive, puntare in via sperimentare sull’autorecupero degli immobili comunali, requisire gli immobili delle Ipab, verificare la fattibilità di una deroga alla norma nazionale per acquisire caserme dismesse, avviare il Pon metro, aumentare i dormitori. Nel lungo termine, invece, l’amministrazione dovrebbe avviare nuovi piani di edilizia sociale e creare una agenzia per la casa.

Ma torniamo al breve termine e cioè al contributo economico, per il quale non mancano le difficoltà. Il Comune non può dare soldi direttamente ai proprietari di casa, né è pensabile che queste famiglie senzatetto riescano con facilità a stipulare dei contratti di locazione. Così come il Comune deve ancora mettere a punto un sistema non solo per verificare la veridicità di quanto autodichiarato, ma anche controllare come verranno effettivamente spesi i soldi una volta ricevuti. La strada più semplice per il momento sembra quella di modificare un regolamento sull’emergenza sociale in discussione in consiglio comunale, andando poi ad intervenire sul bilancio di previsione.

LE REAZIONI

“Questi sono interventi di accompagnamento, sapendo che tra poco verranno attivati la social card e il Pon Metro che prevede interventi a supporto dell’emergenza abitativa – spiega la Ciulla – pensiamo a contributi per il 2014, almeno per ora. Si tratta di un contributo straordinario di urgenza, anche se dobbiamo trovare la formula migliore. Molte famiglie potrebbero affittare una casa ma non possono garantire l’intero anno e qui potremmo intervenire più facilmente. Ma il tema è sempre quello delle politiche attive del lavoro, che non è responsabilità solo del Comune. Parliamo di emergenza e percorsi assistenziali, proviamo a tamponare le derive, ma non possiamo risolvere tutti i problemi”.

“Non sono d’accordo sui criteri adottati per le misure a breve termine – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – l’intervento finanziario non risolve il problema dell’emergenza abitativa. Serve invece una politica che dia certezze per gli alloggi, non possiamo risolvere i problemi distribuendo soldi a pioggia. Inoltre nei documenti presentatici non si fa cenno agli alloggi confiscati che in questo momento sono però ancora dell’Agenzia, ma il Comune deve conoscere la potenzialità abitativa di questo patrimonio. Solo dopo aver avuto questi dati e quello dello Iacp e con una seria, attenta, minuziosa indagine sul patrimonio abitativo potremo modificare il regolamento. Siamo contrari a modifiche utili solo a dare contentini”.

“Si tratta di un provvedimento inefficace che segnala la mancanza di una minima programmazione – dice il capogruppo di Leva Democratica Sandro Leonardi – l’emergenza abitativa non è scoppiata certo oggi e non è con contributi a pioggia che si può risolvere. Il Comune, prima ancora di pensare a queste misure, dovrebbe verificare la veridicità di queste autodichiarazioni e soprattutto trovare il modo per controllare come verrebbero spesi questi soldi che ricordo essere dei cittadini che pagano le tasse. Bisogna semmai ricorrere all’auto-recupero del patrimonio comunale e soprattutto ripristinare le condizioni di legalità: c’è chi ha occupato alloggi Erp a danno dei legittimi assegnatari e rimane intoccabile. E allora dove sta la discontinuità con le precedenti amministrazioni?”.

“Il programma presentato dall’amministrazione è un buon programma, ma non affronta in maniera compiuta il tema dell’emergenza che è ora e subito – dice il presidente della commissione Urbanistica Alberto Mangano – anche se l’assessore Ciulla ha mostrato disponibilità a procedere in tempi brevissimi a un censimento del disagio e dell’emergenza abitativa per le parti che riguardano le occupazioni di immobili non comunali. L’amministrazione deve trovare una soluzione transitoria, in modo da far rientrare tutto sotto il suo controllo e applicando il programma presentatoci. Ma se non partiamo dall’emergenza di oggi, quel programma rischia di ridursi a una buona intenzione. Dobbiamo collegarci con le forze di Polizia che hanno già fatto un censimento delle famiglie che hanno occupato e inviare gli assistenti sociali, in grado di capire se quella famiglia ha un bisogno reale e di che tipo. Poi bisogna accelerare su alcune cose come i beni confiscati, che sono ancora un oggetto misterioso: l’ufficio non funziona e il problema va rappresentato ai massimi livelli coinvolgendo anche la Prefettura”.

“Affrontare oggi l’ emergenza abitativa con un palliativo, contributo alla povertà, è tipico della politica raffazzonata, clientelare e senza programmazione che fa diventare tutto una emergenza – dice il capogruppo Idv Filippo Occhipinti – la vicenda assume toni sarcastici: l’agenzia dei beni confiscati da oltre un anno e mezzo aspetta risposte dal Comune su diverse offerte di beni immobili, il Comune dice che è l’Agenzia che non offre i beni. Dove sta la verità? Una cosa è certa: fino ad oggi l’assessore Abbonato ha dormito sulla vicenda Patrimonio e non a caso il Sindaco gli ha dato sei mesi di tempo per fare un inventario significativo di tutto il Patrimonio comunale. Sin dall’insediamento di questa Consiliatura ho chiesto più volte, invano, di affrontare il tema del Patrimonio ben sapendo della enorme importanza che riveste il Patrimonio in termini reddituali, di entrate strutturali e per affrontare l’emergenza abitativa. L’avere trascurato questo aspetto rende ancora più drammatica la vicenda dell’emergenza abitativa. Il Sindaco non può fare finta di niente, deve avviare una indagine su come è possibile che i tempi di riposta del Comune siano stati così lunghi e che a tutto oggi non siano stati ancora evasi. L’Agenzia dei beni confiscati ha in gestione oltre mille abitazioni a Palermo: è possibile che non si riesca a trovare una soluzione celere per farli transitare al Patrimonio del Comune ? L’Asssesore Abbonato non è riuscito in due anni a fornire un quadro della situazione del Patrimonio e ad affrontare il problema del trasferimento dei beni confiscati in modo concreto. Ha fallito, è inadeguato a questo ruolo e il Sindaco ne tragga le conseguenze. L’emergenza abitativa è già scoppiata in tutta la sua drammaticità e l’Assessore non ha avuto la lungimiranza e la sensibilità sociale che era necessaria per evitarla”.

Twitter: @robertoimmesi


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