Enrico Trantino e il dossier Municipi: i casi Cavallaro e Spadaro

Trantino e il dossier Municipi: i casi Cavallaro e Spadaro

Trovata la quadra, ma restano gli interrogativi. Interviene Raffaele Lombardo.

CATANIA. Alla fine, il centrodestra ha trovato la quadra anche nei Municipi. Una quadra che però non fa contenti tutti e lascia qualche malumore sul tavolo. Consegnate le liste, il candidato sindaco Enrico Trantino si aggirava stamani per Palazzo degli Elefanti visibilmente stanco, seppur sereno. Sono state delle ore ad alta tensione quelle che hanno preceduto la compilazione degli incartamenti elettorali. Soprattutto quelli per le circoscrizioni.

La patata bollente, alla fine, è rimasta sul piatto. La candidatura dell’azzurro Rosario Cavallaro alla presidenza del Quarto Municipio (Cibali – Trappeto – San Giovanni Galermo) è andata in porto. Nonostante i problemi giudiziari che lo riguardano e i rilievi sollevati dal candidato primo cittadino. 

Il caso Cavallaro

L’aspirante presidente è infatti imputato in un processo che riguarda un presunto caso inerente il mondo del calcio scommesse, tant’è che nel 2019 è finito agli arresti domiciliari. Cavallaro aveva invocato addirittura l’intervento della piazza contro Trantino per difendere la sua candidatura. Un presidio a piazza Trento che però, alla fine, non c’è stato. E lo aveva fatto per blindare, oltretutto, le ragioni di quel garantismo che Forza Italia difende da sempre. 

A quanto risulta, il coordinatore provinciale Marco Falcone ha fatto di tutto per proteggere la candidatura del proprio compagno di partito. Anche perché, l’eventuale niet a Cavallaro avrebbe provocato una slavina tale da compromettere sia gli assetti del partito non soltanto a Catania che la tenuta della coalizione. “Non doveva finire così, è un brutto segnale” dice a microfoni rigorosamente off un esponente del centrodestra che avrebbe preferito ben altra ricomposizione della questione. 

Il caso Spadaro

Il dossier sulla possibile candidatura di Salvo Spadaro alla presidenza della Sesta (Librino – San Giorgio – San Giuseppe la Rena – Villaggio Sant’Agata) è stato risolto invece con un gioco di prestigio. Con la candidatura, cioè, della moglie Maria Grazia Spampinato alla presidenza del centralissimo terzo Municipio (Borgo Sanzio) in quota Democrazia cristiana nuova di Totò Cuffaro. 

A quanto risulta, a mettersi di traverso sul nome di Spadaro è stato Raffaele Lombardo, che non avrebbe tollerato di vedere candidato alla presidenza di un Municipio tanto popoloso un esponente che nel giro di qualche settimana era passato dal Movimento per l’Autonomia alla candidatura sotto le insegne crociate. Un cambio di fronte, quello di Spadaro, che l’ex presidente della Regione avrebbe accolto come uno sgarbo personale. 

Enrico Trantino e l’impegno per i Municipi

Il candidato presidente della Sesta, in ultimo, sarà Francesco Valenti di FdI: un esponente delle forze dell’ordine. A quanto pare, un segnale legalitario per un Municipio ad alta densità criminale.

Enrico Trantino, intanto, tira un sospiro di sollievo. A riprova del fatto che il dossier Municipi gli abbia dato più di una grana, c’è che il primo post sui social da candidato sindaco ufficiale sia dedicato proprio alle sei entità decentrate catanesi: “Sei Municipi: Catania unica”. Dietro lo slogan, l’impegno: “Ridurre fenomeni di marginalità – scrive – aumentando un senso comunitario che sia volano per una riscossa di chi oggi vive nei quartieri periferici”. 

Interviene Raffaele Lombardo

“Leggo di un mio un mio veto sulla candidatura di Spadaro o della consorte a presidente di quartiere. Smentisco così come può smentire l’avvocato Enrico Trantino”, fa sapere Raffaele Lombardo. “Non me ne sono mai occupato – specifica – e così i dirigenti autonomisti. Né per Spadaro, né per chicchessia”. Nei scorsi giorni, dalla deputazione Ars del Movimento per l’autonomia – addirittura con una interrogazione in aulaera arrivato l’ammonimento sui cambi di casacca dei candidati in corsa.


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