Giuseppe ha gli occhi rossi dal pianto, una fasciatura alla gamba e un’altra, ancora piena di sangue, sul braccio. Il ragazzo è rimasto illeso dal terribile incidente in cui ieri sera è rimasta uccisa la giovane moglie incinta, Rosanna Maranzano di 23 anni, ma il suo sguardo è quello di un uomo devastato dallo strazio. La ragazza non c’è più, il suo cuore ha smesso di battere durante il tragitto in ospedale e oggi la sua salma è stata consegnata ai familiari. La vita del bambino che i medici del Civico sono riusciti a salvare, inoltre, è appesa ad un filo. Anche Giuseppe Zito ha 23 anni, era sposato con Rosanna da poco più di un anno e forse l’emozione per uno dei momenti più belli della loro vita, è stata complice della tragedia che, secondo il ragazzo stesso, è stata provocata da un’irregolarità stradale. “La macchina ha sbandato – diceva stamattina ai suoi parenti in ospedale – e ho perso il controllo”.
A ribadire il concetto e a puntare il dito contro le condizioni dell’asfalto di via Emanuele Paternò, la strada al fianco della quale scorre il fiume Oreto, è anche il padre di Giuseppe, Gaetano Zito, che all’uscita del Civico e con un filo di voce dice: “Mio figlio è giovane, nuovo a situazioni del genere. Continua a dirmi che è stato un avvallamento a farlo uscire fuori strada e anche i miei consuoceri, che li stavano accompagnando in ospedale, sono convinti che le ruote dell’auto abbiano incontrato qualche ostacolo”. Già, perché dietro alla Smart beige di Rosanna e Giuseppe c’erano i genitori della ragazza: la giovane aveva accusato le prime contrazioni e aveva chiamato il marito. Immediata la telefonata ai futuri nonni materni, che con la loro macchina li avrebbero così seguiti fino al Policlinico, dove la ragazza avrebbe dovuto partorire. Mancavano soltanto pochi isolati: da via Crone, nella zona dello Sperone dove la giovane coppia abitava, il viaggio non sarebbe stato lungo, ma è successo l’imprevedibile.
“Mio figlio è inesperto, questo era il suo primo figlio e Rosanna era agitata. I medici avevano detto a Rosanna di recarsi immediatamente al pronto soccorso non appena avrebbe avvertito i dolori. I nove mesi erano già trascorsi – aggiunge – e così, Giuseppe l’ha fatta entrare in macchina per portarla quanto prima in ospedale. Ma, come lui stesso mi ha raccontato, la macchina è improvvisamente ‘decollata’, ha fatto un volo terribile finendo poi sul muro di cinta”. Una dinamica tutta da accertare ancora, da parte degli uomini dell’Infortunistica della polizia municipale che dovranno verificare le irregolarità stradali su via Paternò e individuare i tratti in cui la Smart ha sbandato per poi ribaltarsi. “Io – aggiunge e conclude Anna Zito, madre di Giuseppe – sono arrivata soltanto dopo l’incidente. C’era il sangue a terra, la polizia. Doveva essere una giornata di gioia e invece, adesso, c’è soltanto un dolore immenso che ci accompagnerà per tutta la vita”.