Esperti in social media e vigilantes | I regionali non bastano mai - Live Sicilia

Esperti in social media e vigilantes | I regionali non bastano mai

L'assessorato al Turismo cerca un dirigente che si occupi di "social media". All'Economia è fuga di dipendenti. All'Energia si cercano 24 addetti alla vigilanza nelle miniere. Uffici scoperti, nonostante i regionali siano quasi ventimila.

PALERMO – Al Turismo manca il dirigente esperto in Social media. All’Economia una marea di dirigenti. All’Energia serve un gruppo di dipendenti per sorvegliare le miniere. Alla Regione serve sempre qualcuno. Nonostante i 1.800 dirigenti. Nonostante i gli oltre 16 mila dipendenti. Nonostante una pletora di dipendenti in società regionali di vario tipo. La coperta è sempre corta. Cortissima.

Così, due giorni fa l’assessorato al Turismo si è accorto di non avere a disposizione una figura assolutamente essenziale, a capo di una unità operativa altrettanto essenziale, quella riferibile al “Piano regionale di propaganda turistica e gestione dei social media”. Un posto vacante fino a oggi per “mancata disponibilità finanziaria”. Adesso i soldi ci sarebbero. Ed è ripartita la caccia al dirigente “social”. C’è tempo fino al 9 ottobre prossimo. E l’assessorato fa presente che “verrà posta attenzione alla buona conoscenza della lingua inglese e a precedenti esperienze lavorative nel campo della comunicazione e della promozione”.

Ma non solo dirigenti esperti in blog, Facebook e post. Alla Regione servono anche un po’ di “vigilanti”. È il caso del dipartimento dell’Energia che cerca 24 persone da distribuire tra quattro siti minerari siciliani “al fine di assicurare per motivi di sicurezza l’attività di vigilanza con espletamento del presidio dei luoghi”. I luoghi in questione sono per l’esattezza l’ex miniera di Pasquasia, quella di Racalmuto, quella di Milena e quella di San Cataldo. In questo caso c’è tempo fino al 29 novembre per rispondere “sì” alla richiesta di lavorare in miniera. Anzi in (ex) miniera.

Tre persone servono al dipartimento Protezione civile, invece, nell’ambito della “Costituzione di un sistema integrato di protezione civile transfrontaliero italo-maltese”. In questo caso è richiesta la laurea e la buona conoscenza dell’inglese.

Ma la vera emergenza è all’Economia. Lì le scrivanie continuano a svuotarsi, con ruoli chiave scoperti, proprio nei giorni in cui la Ragioneria generale sta lavorando alla stesura del bilancio e della legge di stabilità per il 2015. A vuoto, in questo caso, anche gli atti d’interpello con cui l’assessorato all’Economia ricerca la disponibilità tra i dirigenti della Regione. Anche l’ultimo atto d’interpello per la ricerca di 29 persone è andata deserto. A lanciare l’allarme è l’assessore Roberto Agnello. “Siamo in ginocchio. Ci sono uffici del mio assessorato senza dirigenti, una situazione incredibile. E’ una continua fuga”. Ma dove fuggono i dipendenti se un po’ in tutti i dipartimenti si continua a cercare personale?

Solo negli ultimi mesi, ad esempio, alla Sanità cercavano sei funzionari direttivi per lavorare al Piano operativo di consolidamento e sviluppo e un funzionario per la rete trasfusionale. La Funzione pubblica ha cercato un funzionario per l’Ufficio speciale di Audit dei programmi cofinanziari dalla Commissione europe, la Protezione civile cinque persone per occuparsi del rischio idrogeologico, l’Energia cerca ancora 12 funzionari da inviare ai distretti minerari di Palermo, Catania e Caltanissetta oltre che all’Ufficio regionale per gli Idrocarburi e la Geotermia, le Infrastrutture hanno cercato tre funzionari per occuparsi degli appalti per i collegamenti con le piccole isole. A luglio, invece, il dipartimento Formazione, colpito dalle maxi rotazioni del governatore, si accorge di avere bisogno di personale per la gestione del Fondo sociale europeo: trenta persone in tutto. Persino un ente in eterna liquidazione come l’Eas, la scorsa estate, ha chiesto il trasferimento di tre dipendenti.

Niente a confronto di quanto avvenuto nel maggio del 2013. La Regione ha avviato una ricerca tra i quasi ventimila dipendenti, tra gli altri, di quatro flauti, due fagotti, dodici clarinetti, cinque tromboni, tre sax alti e quattro basso tuba. Oltre a un soprano, un contralto, un tenore e un baritono. Non si trovavano tra quei lavoratori, insomma, nemmeno i musicisti per la banda musicale del Corpo forestale. È passato un anno e mezzo, da allora. Ma alla Regione la musica non è cambiata.


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