Si suicidò a 32 anni, due arresti per la sua morte - Live Sicilia

Estorsione, si tolse la vita a 32 anni: per la sua morte arrestati due uomini

Il caso a Gagliano Castelferrato. In manette due catanesi

Gagliano Castelferrato, provincia di Enna. Luca aveva solo 32 anni quando decise che la morte era l’unica soluzione per uscire dai guai. Si era indebitato, perché coinvolto in alcuni giri legati al traffico di droga, nonostante lui fosse “pulito”. I creditori, senza scrupoli, lo avrebbero letteralmente perseguitato, minacciato, vessato e anche aggredito. Così il 23 agosto scorso salì alla Rocca e decise di farla finita. Usò una corda per impiccarsi. A trovare il corpo, quella mattina stessa, furono alcuni operai. Adesso i carabinieri hanno arrestato due persone. Sono due catanesi di 41 e 30 anni. Le ipotesi di reato sono estorsione e morte come conseguenza di altro delitto: il suicidio, in pratica, per gli inquirenti fu provocato dalle loro azioni. I nomi dei due al momento non si conoscono, perché le forze dell’ordine non possono comunicarli a seguito delle recenti norme sul rafforzamento della presunzione di non colpevolezza.

L’operazione dei carabinieri

L’operazione che ha portato alla loro cattura è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Nicosia, con il supporto dell’arma di Fontanarossa a Catania e dello squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia. L’ordinanza, emessa dal gip, è stata chiesta dalla magistratura requirente ennese, diretta dal procuratore capo Massimo Palmeri. Inquirenti che hanno coordinato le indagini dei carabinieri. I militari ci lavorarono sin dal primo istante. Per giorni alla stazione di Gagliano e alla compagnia di Nicosia furono interrogate persone potenzialmente informate sui fatti, sotto il coordinamento dei magistrati ennesi. Il fascicolo, inizialmente, fu aperto a carico d’ignoti con l’ipotesi di istigazione al suicidio. Poi tutto si evolse e mutò anche la percezione, da parte degli inquirenti, di ciò che era accaduto. Si ipotizzò che il ragazzo da tempo fosse finito nel mirino dei due, che lo avrebbero perseguitato. E che non resse la pressione.

Le pressioni e la violenza

Lo avrebbero picchiato e continuato a chiedergli soldi che non poteva pagare. In alcuni casi, sarebbe stato costretto a trasportare delle partite di droga per ovviare ai debiti. Le indagini hanno permesso di far luce sui retroscena della vita privata della vittima e di ricostruire le settimane antecedenti la morte. Addirittura il giovane, è emerso, ormai era giunto alla conclusione di non poter fare nulla per uscirne: che da quell’ambiente criminale, in sostanza, sarebbe uscito solo così. La morte di Luca scosse profondamente il piccolo centro della provincia di Enna. Nella sua omelia, l’arciprete della Parrocchia di San Cataldo Pietro Antonio Ruggiero stigmatizzò l’isolamento in cui la gente aveva lasciato questo ragazzo e concluse lapidario: “Siamo tutti responsabili della sua solitudine”.


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