Le ex Province al capolinea | A Siracusa lascia il commissario - Live Sicilia

Le ex Province al capolinea | A Siracusa lascia il commissario

Al centro Antonino Lutri

Il commissario straordinario del Libero consorzio aretuseo, Lutri (nella foto), rassegna le dimissioni. A Enna pre-dissesto nonostante i tagli.

PALERMO – A Siracusa il commissario straordinario del Libero consorzio Antonino Lutri alza bandiera bianca. A Enna “inevitabile l’avvio della procedura di dissesto” nonostante le misure di “sospensione” dei cento precari e il taglio di tutte le spese scolastiche. In piena estate scoppia la grana delle ex Province, ormai al capolinea. A Siracusa si è arreso il pur battagliero commissario straordinario Lutri: ha comunicato le dimissioni ieri sera, con una nota inviata al presidente della Regione Rosario Crocetta. Anche qui, dunque, l’ente è a un passo dal fallimento. Con 26 milioni di squilibrio finanziario, un macigno di 90 totali sulla testa, il commissario Lutri ha lottato negli ultimi mesi per assicurare i servizi ai cittadini e gli stipendi ai dipendenti, e traghettare il Libero consorzio comunale di Siracusa verso un porto sicuro in attesa dell’attuazione della legge di riforma regionale. Ma a nulla sono serviti gli incontri istituzionali delle ultime settimane. “Non c’erano alternative – indica una nota -. La crisi finanziaria in cui da tempo versa l’ente non ha lasciato margini di manovra. Gli incontri con i rappresentanti istituzionali e con i sindacati, le pressioni che ne sono scaturite non hanno sbloccato la situazione”.

Tra le soluzioni tentate, d’accordo con i deputati nazionali, quella di prorogare i termini per la presentazione del bilancio di previsione: anziché il 31 luglio, il 30 settembre o il 31 ottobre. Altre strade: chiedere lo slittamento di uno o due anni del contributo alla finanza pubblica, inserire l’ente siracusano nel decreto sulla ripartizione di 468 milioni di euro, provvedimento del governo nazionale da cui sono state escluse le ex Province siciliane. Ma niente da fare. E così la decisione di Lutri di dimettersi.

A Siracusa ora si attende che la Regione nomini il nuovo commissario la prossima settimana. “Che andrà a dichiarare formalmente il dissesto”, fa il punto il capo di Gabinetto del Libero consorzio siracusano, Giovanni Battaglia, che aggiunge: “A settembre non sapremo come aprire le scuole: il 30% è in affitto. Anche quegli istituti che necessitavano di interventi di manutenzione perché, come nel caso del Fermi, scuola con 900 alunni, è crollato il tetto, difficilmente saranno riaperti. Questa è la cosa drammatica”. Il colpo del ko, in questo incontro di boxe fra Stato e Regione sulla riforma delle Province, per il funzionario dell’ente è stata l’esclusione dei Liberi consorzi siciliani dai trasferimenti nazionali. “Quello che forse non è ancora chiaro alle persone – conclude Battaglia – è che il problema ora non sono solo gli stipendi dei dipendenti, ma tutti i servizi”.

A Enna, nello stesso momento, si vivono fasi di pre-dissesto finanziario. Con un paradosso. Potrebbe risultare inutile il dramma sociale di due tagli singolari alla voce “spese”: il licenziamento dei cento precari e il taglio dei trasferimenti alle scuole. Lo spiega il dirigente dei Servizi finanziari del Libero consorzio comunale di Enna, Gioacchino Guerrera: “Misure di lacrime e sangue – dice – erano state annunciate da tutti i commissari siciliani già a dicembre. Tra queste, noi avevamo previsto la cessazione dei rapporti di lavoro dei precari, nel caso non fossero arrivate le somme per permetterci di proseguire. Ma ipotizzando che questa sospensione diventi definitiva insieme con il taglio di tutti i trasferimenti che diamo alle scuole, noi il bilancio non riusciamo a chiuderlo lo stesso. Per cui – conclude – quando le risorse non mi consentono di chiudere il bilancio anche se mando a casa dei precari, tolgo soldi alle scuole e applico tutti gli avanzi disponibili, evidentemente sono in dissesto”.

*Aggiornamento ore 20.34
“Non sono solo Siracusa ed Enna ad aver alzato bandiera bianca. Anche a Messina si parla di dissesto e non certo per responsabilità imputabili al commissario Filippo Romano che da tempo sollecita interventi per evitare il default, dopo aver tagliato e risparmiato su tutto. Un disastro annunciato esclusivamente da imputare ad una classe politica che ha consentito al governo nazionale di perpetrare una sottrazione di risorse quantificabili nel 2016 in circa 120 milioni di euro escludendo al contempo gli enti siciliani dai contributi per la manutenzione di strade e scuole e per il personale previsti invece per il resto d’Italia”. Lo dice Giuseppe Badagliacca, segretario regionale del sindacato Csa. “Le responsabilità sono anche del governo regionale che considera la legge 15 carta straccia non finanziando le funzioni assegnate e consentendo all’assessore Alessandro Baccei di indirizzare l’applicazione della stessa verso un processo di mobilità selvaggia del personale – aggiunge Badagliacca – Riteniamo dover ancora sperare e chiedere alla politica uno sforzo di dignità e rispetto verso la collettività e verso i lavoratori: gli automobilisti che percorrono le strade provinciali, gli studenti delle nostre scuole, i disabili che frequentano gli istituti dell’isola, avranno la capacità di riconoscere responsabilità e meriti in questa vicenda, simbolo di improvvisazione e pressapochismo”.


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