Fabio Abate, tra Carmen Consoli, Fiorello e quella formidabile Catania VIDEO

Fabio Abate, tra Carmen Consoli, Fiorello e una formidabile Catania

Lo straordinario racconto video dell'istrionico cantautore catanese.

CATANIA. Incontriamo con enorme piacere, Fabio Abate per parlare con lui di musica, Catania, dei suoi lavori e delle incredibili collaborazioni che lo hanno visto protagonista in questi anni.

– Sei nato a Catania nel ’75. Quali sono i tuoi primi ricordi di questa città? Com’ era Catania in quegli anni?

Catania era una città straordinaria. Io ho sempre questo ricordo indelebile di questa città che che fremeva, che fremeva di idee, specialmente di arte. 
C’era un movimento molto importante. Tanti giovani che si mettevano in gioco. 
E c’era anche l’opportunità proprio di mettersi in gioco nei locali, perché diventava una sorta di rampa di lancio per farsi conoscere dai produttori. Quindi quello era davvero un momento magico per Catania.
E poi le cose un po sono cambiate nella nostra città, perché comunque ci sono i cambi gestionali di locali, eccetera. Il tempo cambia le cose. Però io degli anni ‘90 ho un ricordo formidabile di Catania.
Molto, molto bello.

– Sei cresciuto in una famiglia di musicisti. Quanto e come ha inciso questo nel tuo percorso artistico?

Sono cresciuto in una famiglia di musicisti, da mio padre che cantava, era il leader di una band, e mio fratello che è anche un pianista. Poi da lì è arrivata una sorta di, non so come dire, mano divina, che ad un certo punto ti chiama, ti si poggia sulla spalla, ed è come se poi tu dovessi per forza seguire una strada, un percorso.
Ed è così che è stato.
Ho iniziato pian piano con la mia prima band, i “Presence”, avevo circa 16 anni, e poi da lì sono accadute tante cose. Ma la cosa più importante è sempre crederci in ciò che si fa. 
Quella è la cosa più importante. 

– Cosa significa per te essere un cantautore oggi? Come vivi questa dimensione?

Essere un cantautore è anche un po una responsabilità, perché il cantautore comunque mette a nudo ciò che sono i suoi sentimenti e le proprie emozioni. E’ come denudarsi, denudarsi con la canzone. 
A me piace, perché io amo tanto vivere la vita e stare in mezzo alla gente. Ed è proprio da lì che poi riesco a prendere gli spunti migliori per poter scrivere una canzone. Però penso che per far ciò bisogna veramente entrare a contatto con la gente.
Bisogna cercare di capire cosa vuole la gente, di cosa ha bisogno. 
E lì magari, facendo un riassunto di ciò che raccogli, puoi davvero  raccontare con una canzone una storia.

– Nel 2003 incontri Carmen Consoli e nel 2010 pubblicate “Itinerario precario”. Ci racconti com’è nata questa collaborazione e come hai vissuto questa esperienza?

Ho conosciuto Carmen Consoli nel 2003 circa ed è stata un’esperienza bella perché io non conoscevo questo personaggio che avevo sempre visto in tv, a Sanremo, quindi per me è stata davvero una gran bella cosa. Tra l’altro non ho conosciuto Carmen a Catania, l’ho conosciuto a Roma, quindi è stata una cosa anche strana, due catanesi che si incontrano a Roma, e poi da lì sono nate tantissime cose. 
Sono accadute tantissime cose perché Carmen mi ha aiutato tantissimo, mi ha dato un sacco di consigli utili. Abbiamo cominciato a fare laboratorio prima di pubblicare un disco.
L’idea era quella prima di lavorare tanto di laboratorio e poi dopo, dopo aver costruito, buttare fuori un progetto.
Ed è quello che abbiamo fatto. Sono andato anche in tournée con lei. Abbiamo calcato tutti i più grandi palcoscenici dei teatri d’Italia, dal Petruzzelli all’Auditorium di Roma, allo Smeraldo di Milano, all’Augusteo di Roma. 
Quindi esperienze stupende.
E poi abbiamo anche pubblicato questo disco, “Itinerario precario”, che mi ha dato tante soddisfazioni. 
Davvero tante. Proprio perché è il primo nato, il primo disco che abbiamo costruito insieme a Carmen, a Massimo Roccaforte.
Un lavoro fantastico, di squadra, un lavoro veramente bello.

– Nel 2008 Carmen Consoli ha scelto il tuo brano “Senza farsi male” per inserirlo nella colonna sonora del film “L’uomo che ama” di Maria Sole Tognazzi. Qual’è il tuo rapporto con il cinema?

Io amo il cinema, io adoro il cinema. Sono un grande appassionato, ma fin da piccolo, fin dai primi film tipo “I Goonies”, no? Io avevo la fissa per i Goonies. Quello è stato uno dei miei primi film, di cui mi sono eternamente innamorato.
Poi “Ritorno al futuro”. Insomma, sono molto legato a quei film classici cult che poi hanno lasciato, come dire, un segnale indelebile di quell’epoca, di quel periodo.
Poi, ovviamente, i grandi registi, da Sergio Leone, che diciamo che è il mio artista preferito dal punto di vista cinematografico, ovviamente accompagnato dal grande maestro Ennio Morricone. 
Quindi io li trovo il binomio perfetto per quello che poi sono riusciti, questi due grandi uomini, a creare. 
Io amo il cinema, amo il cinema ed è successo, appunto, che grazie a questa canzone, “Senza farsi male”, abbiamo ricevuto anche due nomination ai David di Donatello ed ai Nastri d’Argento, per la “Canzone Originale”. E quindi mi ha anche portato fortuna “Senza farsi male”.  Che poi è anche stata interpretata da Carmen Consoli. È stata inserita anche in una sua collezione dove c’è anche questa versione cantata da lei.
“Senza farsi male” rimarrà per sempre nel mio cuore.

– Cinque anni fa è iniziata la tua collaborazione con Fiorello. Cosa ci racconti di questa meravigliosa esperienza?

Ho conosciuto Fiorello davvero veramente per caso, perché ho avuto la fortuna una mattina di ritrovare nel famoso bar dell’”Edicola Fiore”. Mi sono ritrovato in questo bar grazie ad una fantastica amica che purtroppo oggi è venuta a mancare, non c’è più, Susanna Vianello. 
È stata lei a presentarmi a Fiorello e da lì è nata una sorta di amicizia bellissima con questo personaggio che avevo sempre visto in tv, questo grande personaggio, forte, potente, ed è stato amore a prima vista perché immaginate, noi siamo abituati a vedere un Fiorello sempre in tv, dentro lo schermo, ma provate ad immaginare di vederlo di presenza, cosa potrebbe significare: qualcosa di incredibile, perché lui ha l’arte dell’improvvisazione, riesce a fare delle cose incredibili! 
Quindi mi ritengo davvero fortunato di aver conosciuto questo grande artista e grande uomo che mi ha dato anche delle opportunità per potermi far conoscere.

– Sappiamo che stai lavorando al nuovo disco. Puoi darci qualche anticipazione in esclusiva?

In questo periodo stiamo lavorando su un nuovo disco. Stiamo per concludere le parti finali, missaggi, diciamo gli ultimi ritocchi. E sono contento prima di tutto perché dopo un periodo così lungo di crisi, di crisi musicale dopo il periodo della pandemia, è come se pian piano stessimo rinascendo, perché la crisi pandemica ci ha veramente danneggiato, è stata una crisi profondissima.
Il doversi rimettere in gioco e ripartire è stato difficile, ma penso un po per tutti, dai più ai meno famosi, quindi questo è un momento buono. 
C’è tanta richiesta, tanti spettacoli, e questo vuol dire che c’è tanto fermento. Sono contento di questo disco perché è un disco che ho voluto fortemente. Ci sono anche delle collaborazioni interessanti dentro e c’è anche una cosa molto bella, un bel brano che abbiamo fatto insieme a Bobby Solo. Quindi questa è una cosa che mi dà tanta soddisfazione perché mi sono avvicinato ad un artista storico e simpaticissimo. 
Ma ci saranno anche tante altre belle sorprese.

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