Fava: "I casi Oikos e Brandara | Imbarazzanti silenzi della giunta" - Live Sicilia

Fava: “I casi Oikos e Brandara | Imbarazzanti silenzi della giunta”

Due interpellanze del deputato sulle discariche e sulla presidente Ias coinvolta nell'inchiesta Montante.

Rivedere l’autorizzazione alla Oikos, colosso delle discariche in Sicilia, e valutare la posizione di Maria Grazia Brandara ai vertici della partecipata Ias di Siracusa. Fava ha presentato due interpellanze parlamentari al riguardo e le ha illustrate oggi alla stampa.

Fava parla delle motivazioni della sentenza che ha condannato Domenico Proto, già patron dell’Oikos. Nella sentenza di primo grado, dice Fava, emerge un consolidato percorso corruttivo per “aprire e spalancare porte e finestre perché la Oikos ottenesse semafori verdi in tutti i processi autorizzativi”. Secondo Fava l’intero processo autorizzativo della discarica di Motta andrebbe rivisto alla luce delle motivazioni della sentenza. Si parla di una mega sistema di discariche che serve cento comuni, ricorda il deputato regionale. Fava ricorda il ruolo centrale del funzionario regionale Gianfranco Cannova nell’agevolare Proto aggirando la legge “agitando il paravento del regime emergenziale”, si legge nelle motivazioni della sentenza.

Secondo Fava, che ha rivolto l’interpellanza all’assessore per l’Energia, l’autorizzazione va rivista. La Regione ha rinnovato l’autorizzazione il mese dopo la sentenza di condanna che è del luglio scorso, sottolinea Fava. “Per quale ragione – chiede Fava – si decide di prorogare l’autorizzazione il 9 agosto, subito dopo la sentenza di condanna, senza aspettare le motivazioni? Com’è possibile che il governo regionale taccia? E terzo: tra le pene accessorie c’è l’incapacità di contrarre con la pubblica amministrazione per tre anni. Non è una sentenza definitiva ma qui si dice che l’amministrazione non può contrarre con Proto. Non si può rispondere che Proto non è più il presidente perché anche qui siamo davanti a una foglia di fico: Proto è il padrone della Oikos che con metodo corruttivo ha ottenuto autorizzazioni”.

L’interpellanza all’assessore all’Economia e a quello all’Energia sulla Ias (Industria Acque Siracusa, di cui socio di maggioranza è l’Irsap) ricorda il coinvolgimento della Brandara (recentemente rinviata a giudizio con l’accusa di inquinamento ambientale) nell’inchiesta che ruota attorno ad Antonello Montante. L’ex commissario dell’Irsap è tra gli indagati della seconda tranche dell’indagine della procura di Caltanissetta, quella che riguarda i rapporti con la politica. Fava ricorda che nella sentenza che ha condannato in primo grado Montante si parla dell’ingerenza di Montante sull’Ias. “Tutto questo non ha indotto la Regione siciliana, anche attraverso una moral suasion, di chiedere all’Ias o alla Brandara, un perno del sistema Montante, di fare un passo indietro. Assistiamo al silenzio con cui per un anno e otto mesi la Regione siciliana ha fatto finta di non vedere”.

“Non faccio questa conferenza stampa come presidente della commissione Antimafia ma come parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana”, ha precisato da principio Fava. Che dice di avere riscontrato “reticenza” sul sistema dei rifiuti, che sta emergendo. “La mala politica si nutre anche dei silenzi”, dice Fava commentando le due vicende, “imbarazzante il silenzio del governo”. E ricorda il sostegno del sistema politico e di tutti i governi degli ultimi anni accomunati “da un atteggiamento di cordiale, amichevole e affettuosa disponibilità nei confronti di Proto, anche da parte di pezzi di establishment siciliano che agivano senza avere ruolo di governo”. Non tutta la politica. Fava ricorda le battaglie legali dell’amministrazione di Misterbianco, con denunce e ricorsi al Tar, un lungo contenzioso con l’azienda Oikos. Il comune è stato sciolto per mafia.

Jose Marano (M5s)

Dell’autorizzazione a Oikos ha chiesto conto anche la deputata dei 5 Stelle Josè Marano. “Il presidente della Regione aveva promesso, dinanzi all’evidenza dell’ennesimo schiaffo subito dai cittadini di Motta e Misterbianco – attacca Marano -, l’avvio di un tavolo tecnico per verificare la conformità delle procedure del rinnovo decennale dell’Aia alla Oikos. Era agosto dell’anno scorso e a settembre avevo inviato una interrogazione per sapere a che punto si era giunti. Ancora c’è soltanto il silenzio, tanto per cambiare, più assoluto. Un silenzio sul quale piombano come macigni le motivazioni, appena depositate, di una sentenza di condanna per reati gravissimi inerenti proprio l’ampliamento della discarica. Risulta dunque davvero assordante il silenzio del governo Musumeci – prosegue la deputata Marano – sulla vicenda della discarica che condiziona la vita, in peggio, dei cittadini di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. Un silenzio ancora più evidente specie a seguito delle indiscrezioni di stampa che riportano le motivazioni della sentenza di condanna a sei anni per corruzione per Domenico Proto, allora presidente della Oikos”.


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