L'omicidio di Vittoria: 'Brunilda è stata uccisa per un caso'

L’omicidio di Vittoria: ‘Brunilda è stata uccisa per un caso’

I particolari del delitto. Emerge un quadro agghiacciante.
L'ORRORE E IL GIALLO
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Morire di morte violenta per caso. Ma non per un incidente, perché cade un aereo, perché – nella ruota del destino – il tuo numero è uscito in nero. Essere uccisa da un assassino che camminava e ti ha visto. Ha visto te, come poteva capitare con chiunque altro, e ha deciso di liberare i mostri che gli mordevano il petto. Se tu avessi percorso un’altra strada, niente di male sarebbe accaduto. E’ la storia surreale dell’ultimo e atroce omicidio, consumato a Vittoria, di cui è stata data notizia.

Come ha raccontato la nostra Monica Panzica: “Non si conoscevano, non si erano mai incontrati. Brunilda Halla, 37 anni e mamma di due bambini, è morta dopo le coltellate sferrate da un uomo definito ‘problematico’ dal procuratore di Ragusa, fermato nelle scorse ore dopo essere stato individuato grazie ai filmati. Un delitto senza movente, secondo gli inquirenti un vero e proprio gesto di follia”.

E adesso arriva un altro tassello, rilanciato dalle agenzie: “E’ uscito di casa con un coltello che aveva comprato online con l’intento di vendicarsi della comunità di Vittoria che, era convinto, lo avesse emarginato e ha colpito la prima persona che ha incontrato, sarebbe potuto accadere a chiunque di essere la vittima”. Sono parole dell’avvocato Francesco Vinciguerra, legale del ventottenne arrestato.

“Ha confessato tutto – aggiunge il penalista – ma è un assassinio senza movente, tanto che il verbale dell’interrogatorio è di una pagina e mezzo. Lui si sentiva vittima di ‘bullismo’ perché si sentiva osteggiato dalla società. E’ figlio di una tranquilla famiglia borghese di Vittoria. Aveva avuto problemi psicologici, diceva di ‘sentire delle voci nella testa’ e nel 2016 era stato sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio. Era sotto cura, seguito da neurologici e psichiatri, ma non si era ripreso”. C’era stato il commento del procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna: “Un uomo problematico, ha confessato l’omicidio che dovrebbe essere casuale perché non abbiamo trovato contatti precedenti tra lui e la vittima”.

Dunque, fermo restando che siamo in una fase iniziale delle indagini, e che la verità per questo sangue innocente versato dovrà essere vagliata dall’inchiesta e dai meccanismi processuali, si profila uno scenario che mette sgomento. La morte violentemente inflitta è una ferita nel corpo della vittima e della sua comunità. Ma, se il peggio accade per una congiuntura, per un tiro di dadi della sorte, tutti avvertiamo un ulteriore senso di spiazzamento per la labilità della nostra stessa vita.

Brunilda – ‘Bruna’, come la chiamavano i tanti che le volevano bene – stava parlando con suo figlio, secondo le prime ricostruzioni, quando è stata accoltellata senza avere scampo. Uscire di casa a destra, piuttosto che a sinistra, prendere un caffè, sostare un attimo in più: sono le piccole cose che possono cambiare tutto. Ma nessuno può mai immaginare di essere ucciso, così, senza un movente, per quanto odioso. Come per un lancio di dadi che è andato dalla parte sbagliata. (Roberto Puglisi)


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