Fiammetta Borsellino: "L'arresto di Polizzi? Si giudica da sé..."

Fiammetta Borsellino: “L’arresto di Polizzi? Si giudica da sé…”

Cosa ha detto la figlia di Paolo Borsellino. L'incontro elettorale.

PALERMO – “Non sono qui per chiudere una campagna elettorale ma per dare il mio contributo al dibattito”, così Fiammetta Borsellino ha commentato con i cronisti che gli chiedevano della sua presenza all’evento conclusivo di Sinistra civica ecologista a Villa Filippina a cui ha preso parte insieme a Nichi Vendola. All’evento anche l’intervento il candidato sindaco dei progressisti Franco Miceli.

“Mi hanno chiamato per dare il mio contributo da cittadina per la mia città e sono qui per questo” ha insistito. Poi, la figlia di Paolo Borsellino ha commentato l’arresto di Pietro Polizzi, il candidato consigliere di Forza Italia, accusato di scambio elettorale politico-mafioso. “È una cosa che si giudica da sé. La prova che Cosa nostra cerca sempre do infiltrarsi negli ambienti politici ed economici. Appena si presenta l’occasione assistiamo al tentativo di infiltrazione”.

Sul palco di Sinistra civica ecologista Fiammetta Borsellino ha parlato delle forze che appoggiano Franco Miceli:“Ritengo – ha detto – che l’elemento della limpidezza sia presente in questa coalizione”. Poi ha ricordato le parole di chi ha lottato, fino alla fine, contro la mafia: “Ci sono delle cariche in cui l’amministratore non deve essere onesto solo perché lo dice una sentenza giudiziaria. Ci sono cariche in cui gli amministratori devono apparire onesti”. Quindi ha lanciato la sfida: “Al di là degli esiti della campagna elettorale dobbiamo avere un ruolo di vigilanza e dobbiamo sentirci responsabili in questo ruolo”.

Poco prima Fiammetta Borsellino ha ribadito che la sua presenza sul palco è dovuta al tentativo di continuare la sua missione educativa che porta avanti in numerosi incontri con la scuola. “Non vedo giovani qui – ha esordito -. Questo mi fa tristezza: testimonia che la politica si è allontanata dai giovani e ha allontanato i giovani. Le mafie si nutrono del consenso giovanile per questo la scuola e la cultura devono essere al centro dell’agenda politica. Bisogna avvicinare i ragazzi alla politica. Investire sui ragazzi vuol dire investire sul futuro. Educarli – ha concluso – al rispetto delle regole vuol dire educarli ai diritti e ai doveri”.

Le parole di Catania e Miceli

Durante l’evento Giusto Catania ha rivendicato la presenza in lista di Gioacchino Scaduto e Placido Rizzotto. “In questa campagna elettorale abbiamo visto la destra perdere le certezze, prima di vittoria adesso hanno perso la certezza di essere antimafiosi”. E poi: “Qualcuno ha pensato che questa città potesse abbassare gli anticorpi dell’antimafia”. Infine Catania ha posto l’accento sul fatto che tanti leader venuti a Palermo hanno parlato di abolizione del reddito di cittadinanza ma questo, ha aggiunto Catania, “ha sottratto manovalanza alla criminalità organizzata”.

Lo stesso tema è stato trattato da Franco Miceli che ha insistito: “Si tratta di una misura migliorabile ma ho sentito persone che beneficiano della misura – ha raccontato, aggiungendo – in tanti mi hanno chiesto che vogliono essere messi nelle condizioni di fare dei lavori socialmente utili o di lavorare”.

Miceli ha poi parlato anche dei fatti di cronaca: “Ritengo Roberto Lagalla responsabile di quello che sta succedendo. Ha dato un segnale negativo con la mancata partecipazione del 23 maggio. È inutile dire che lui è per la legalità. Doveva dire a Dell’Utri e Cuffaro ‘fatevi da parte’. È ostaggio del sistema di potere”.

L’affondo di Vendola

“Quando si costruiscono pompose retoriche sulla legalità si sgonfiano davanti alla cronaca di stamattina” ha attaccato Nichi Vendola. “Lagalla – ha continuato – è un finto eroe della società civile. È un burattino nelle mani dei burattinai Cuffaro e Dell’Utri”. Non sono mancati gli affondi a Giorgia Meloni e Matteo Salvini ma anche ad Antonio Ingroia criticandone il sostegno alla “candidata fascio leghista Francesca Donato”. Vendola ha mandato un abbraccio a Leoluca Orlando: “Ha governato una città senza portafoglio. Con il suo impegno ha tenuto lontano coloro che oggi vogliono governare la città affamati di governare le risorse che arriveranno a Palermo”.

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