Finanziaria, medici sul piede di guerra: "A gennaio 48 ore di sciopero"

Finanziaria, medici sul piede di guerra: “A gennaio 48 ore di sciopero”

Le rivendicazioni di Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up
L'ANNUNCIO
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ROMA – La manovra economica per il 2024 è “l’ennesimo schiaffo al Servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti perché mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e appartenenza politica di chi lo governa: senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, nel mese di Gennaio 2024 proseguiremo con 48 ore di sciopero, le cui date verranno comunicate non appena sentite la basi associative”. Lo annunciano i sindacati dei medici Anaao Assomed e Cimo-Fesmed ed il sindacato degli infermieri Nursing Up.

Interviene il presidente della Fnomceo

“Solidarietà e vicinanza” ai dirigenti medici, veterinari e sanitari del Servizio sanitario nazionale che oggi sono in sciopero. A esprimerle, a nome della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e Odontoiatri, il suo Presidente, Filippo Anelli. “Questo sciopero è, ancora una volta – spiega Anelli – l’espressione del malessere, del disagio che vivono i professionisti del nostro Ssn. Un disagio che ha radici lontane ma per il quale è ora urgente trovare soluzioni che ridiano certezze positive ai medici e ai professionisti sanitari. I medici vogliono esercitare la loro professione nella maniera migliore, senza la minaccia delle denunce, e senza condizionamenti che mortifichino gli atti medici”. “Il messaggio che i colleghi vogliono lanciare – continua – è che il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di aiuto. L’obiettivo è preservare la sanità pubblica e universalistica; arrestare, valorizzando i suoi professionisti, l’emorragia di professionalità che la sta indebolendo; eliminare l’anacronistico tetto di spesa per l’assunzione di personale”.

Sciopero, l’annuncio

Intanto, anche Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up annunciano per gennaio due nuove giornate di sciopero, dopo quella del 5 dicembre. “Il malessere – conclude Anelli – è trasversale alla professione medica, alle professioni sanitarie. Gli ultimi accadimenti di cronaca, come l’incendio all’ospedale di Tivoli, hanno acceso un faro sulla sicurezza delle strutture; mentre le proposte emendative alla Manovra creano un clima di incertezza sul futuro. Occorrono inoltre interventi urgenti come lo scudo penale, che ponga fine al fenomeno della medicina difensiva, nell’attesa della definizione di un provvedimento che preveda la depenalizzazione dell’atto medico. Sono oltre 35mila, ogni anno, le nuove azioni legali intentate contro medici e strutture sanitarie pubbliche: in ambito penale, il 97% si conclude con l’assoluzione”.

I fondi e le richieste

“Al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, – spiegano in una nota Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed e Antonio De Palma, Presidente Nursing Up – il vero finanziamento del Ssn è di soli 800 milioni che saranno impegnati in interventi non strutturali, ma di propaganda per far credere ai cittadini l’impegno del Governo a risolvere l’annosa questione dei tempi di attesa. Noi professionisti siamo i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l’accesso alle cure ed è questo il motivo per cui siamo al fianco dei cittadini con il dovere civico di proseguire le nostre azioni di protesta nei prossimi mesi portandola, se necessario, anche in sede di Parlamento Europeo”. I numeri della fuga di medici, dirigenti sanitari, infermieri ed ostetriche dalle corsie italiane in favore degli ospedali di altri paesi europei, denunciano, “sono sempre più allarmanti e la mancanza di una seria politica di investimenti nel sistema sanitario e nel suo capitale umano non lascia alcuna speranza per il futuro. Un’emorragia che avvicina il Ssn al baratro verso cui la politica lo sta spingendo da anni, con la differenza che ora non c’è più tempo per salvarlo. Siamo a un punto di non ritorno”.

Le richieste

“Le nostre richieste – proseguono – rappresentano non solo legittime rivendicazioni delle categorie, ma vere e proprie parole d’ordine che mirano a migliorare il sistema di cure nel suo complesso. Pensiamo alla situazione dei luoghi di lavoro in cui operiamo venuta tristemente alla ribalta dopo l’incendio all’ospedale di Tivoli che ha fatto emergere prepotentemente lo stato di abbandono di molti ospedali. Quello della manutenzione delle infrastrutture è un ulteriore tassello di un puzzle che nessuno si prende cura di comporre. E dire che l’Italia ha a disposizione i fondi del Pnrr per opere di ammodernamento, ma non sanno bene come utilizzarli”. “Siamo sempre più determinati – concludono – a uscire dal vicolo cieco in cui la politica ci costringe da almeno 20 anni e siamo disposti a tutte le azioni sindacali per affermare la nostra dignità di professionisti. Sappiamo di avere al nostro fianco milioni di italiani che alla sanità pubblica si rivolgono ogni giorno e che alla sanità pubblica non possono rinunciare”


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