Forconi: "No al referendum di Renzi| Ci prepariamo per le Regionali" - Live Sicilia

Forconi: “No al referendum di Renzi| Ci prepariamo per le Regionali”

Ferro e i suoi hanno addosso delle t-shirt bianche che annunciano una nuova fase del forconismo.

CATANIA – Oltre Crocetta, oltre i grillini, ma anche oltre i forconi stessi. Torna a farsi vivo il movimento capitanato da Mariano Ferro e lancia l’agenda per la prossima stagione. Innanzitutto c’è da dire no al referendum sulla riforma costituzionale allestita da Matteo Renzi e dalla ministra Maria Elena Boschi. “La verità è che hanno paura delle elezioni e spostano di giorno in giorno la data del voto per paura di andarsene a casa”, ha detto il leader dei forconi incontrando la stampa davanti ai cancelli del palazzo Esa di Catania. Ferro e i suoi hanno addosso delle t-shirt bianche che annunciano una nuova fase del forconismo.  “Intanto, lavoreremo per il no e poi…”. Sì, perché c’è un poi e intercetta un’altra scadenza elettorale, quella cioè delle Regionali 2017. “Personalmente non ho ambizioni – dice Mariano Ferro a LiveSicilia – se non quella di creare un contenitore alternativo al centrodestra, al centrosinistra e che vada oltre al grillismo”.

Liquidare i Cinque stelle, dunque. Ma per andare dove? “Avrebbero dovuto mettere al ferro e al fuoco il governo Crocetta, ma…”. Insiste Ferro: “Dai grillini ci aspettavamo un’opposizione seria, capace di uscire dal Palazzo, non sono stati adeguati in  ciò. Non gliene do una colpa, perché non sono loro i nemici”. Il nemico per loro è e resta, invece, il presidente della Regione. “Quella di Crocetta è stata la più deleteria dal dopoguerra a oggi. Da lui – continua –  ci aspettavamo la rivoluzione, il modello Sicilia e collaborazione dei cinque stelle, ma è saltato tutto. Sì, sono saltate le Province, ma l’agricoltura sta fallendo e nessuno se ne accorge”.

Le parole d’ordine sono le stesse che s’inseguono dai blocchi del gennaio 2012 che misero in ginocchio la Sicilia, ma anche del 9 dicembre 2013, quando la protesta dei forconi dilagò in tutto il Paese, con tanto di scontri davanti alla sede della Regione Piemonte a Torino. L’eredità di quei giorni? “Quell’esperienza ha avuto il merito di far saper che in Italia ci fossero dei problemi. Allora c’era Letta, oggi Renzi, ma non sono diminuiti”. La cronaca ci dice che il movimento implose perché i vertici del movimento scatenarono un’ondata che non seppero gestire, rimanendo travolti dalle tante anime della protesta. Epoca, tuttavia, che sembra chiusa definitivamente. Ma non la verve.  “Le sedie vuote alla festa dell’Unità di Catania – dice Ferro –  hanno dimostrato che Renzi in Italia conti poco o nulla. Se davanti ti trovi un migliaio di persone sol perché a questi hanno pagato l’autobus,  non è il massimo. Bisogna verificare se il suo potere abbia una base popolare, io non credo che ce l’abbia”. Ecco l’analisi forconista.


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