Freddato davanti alla sala da barba: condannato il boss Rosano - Live Sicilia

Freddato davanti alla sala da barba: condannato il boss Rosano

L'omicidio di Nicolò Liotta, avvenuto nel 2007 ad Adrano, ricorda uno dei delitti della Chicago anni 20.
LA SENTENZA
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CATANIA – Condannato a 30 anni di carcere. Questa la pena inflitta dal gup Carla Aurora Valenti al  boss adranita Vincenzo Rosano, u Pipituni, accusato dell’omicidio Nicolò Liotta, freddato il 4 agosto 2007 davanti a una sala da barba. Un delitto in perfetto stile Chicago anni 20. La giudice, che ha pienamente accolto la richiesta del pm Andrea Bonomo per Rosano, ha condannato a 14 anni il collaboratore di giustizia Giovanni La Rosa, reo confesso. La sentenza è in continuazione con un precedente verdetto. 

Un fatto di sangue – quello che vede vittima Nicolò Liotta – che è rimasto irrisolto per diversi anni. Ma la svolta è arrivata dalle rivelazioni di due pentiti Giuseppe Liotta e di Valerio Rosano, il figlio del boss che è stato pubblicamente ‘rinnegato’ dalla famiglia. Quando l’inchiesta è stata chiusa, Giovanni La Rosa stava maturando l’idea di voltare le spalle alla sua vita criminale. E così ha deciso di vuotare il sacco. Le sue rivelazioni hanno blindato il processo. 

“Il mandante è Vincenzo Rosano – ha raccontato La Rosa ai magistrati – che ha voluto vendicarsi del triplice omicidio commesso dai fratelli Liotta anche ai danni di Alfio Rosano (fratello dell’imputato Vincenzo, ndr). Poiché Antonio Quaceci (boss di vertice del clan) tardava a prendere iniziative, Rosano volle agire autonomamente dando l’ordine a me e suo figlio Francesco (all’epoca dei fatti ancora minorenne, ndr).”

Nicolò Liotta sarebbe stato ucciso, dunque, per un regolamento di conti. Rosano, componente di una frangia del clan Santangelo di Adrano, avrebbe deciso di rispondere all’agguato in cui è morto il fratello Alfio, il 27 luglio 2006, e rimangono feriti Daniele Crimi e Alfio Finocchiaro. I cronisti l’hanno battezzata la strage di Bronte. I due infatti sono morti in ospedale, ma uno dei due è riuscito a fornire alla polizia elementi utili per identificare i killer. Qualche tempo dopo è scattato l’arresto di Antonino e Alfredo Liotta, figli di Nicolò. A quel punto Vincenzo Rosano ha deciso di vendicarsi uccidendo il padre dei fratelli. 

Ad agire sarebbero stati – secondo quanto raccontano i collaboratori – Francesco Rosano, all’epoca minorenne, e La Rosa. 


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