CATANIA – Aveva dei fucili d’epoca, ma non li aveva dichiarati: la quarta sezione penale del Tribunale di Catania ha assolto, perché il fatto non costituisce reato, l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, dall’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco.
Il collegio ha disposto il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per la detenzione di otto cartucce. I giudici hanno disposto anche la confisca e la distruzione delle armi e delle munizioni. La Procura aveva chiesto la condanna a due anni e sei mesi di reclusione.
Le armi e il processo
Al centro del processo le indagini, avviate nell’aprile del 2014, sulla detenzione di nove fucili da collezione acquistati da Lombardo alla casa d’aste viennese Dorotheum, di cui non era stata denunciata la detenzione. Inizialmente la contestazione riguardava sedici armi.
I difensori di Lombardo, gli avvocati Mario Brancato e Giuseppe Grasso, hanno sostenuto la tesi che della loro gestione amministrativa si erano occupate altre volte la segreteria e la scorta dell’allora governatore e che per il lotto in questione l’omessa denuncia era dovuta soltanto a un disguido di carattere organizzativo.
“Il Tribunale ha accolto la nostra tesi – commenta l’avvocato Brancato – ma a conclusione di un processo durato otto anni. Per quanto ci riguarda presenteremo ricorso contro la parte della sentenza che dispone la confisca e la distruzione delle armi”.