Musica, lacrime, sorrisi | Ciao Francesco - Live Sicilia

Musica, lacrime, sorrisi | Ciao Francesco

Francesco jr suona la batteria per suo padre

(Roberto Puglisi) I funerali del direttore di LiveSicilia, scomparso a 49 anni (Il Video di Federica De Felici). Una cerimonia indimenticabile, colma d'affetto e di ricordi. Con il suo testamento VIDEO (Antonio Condorelli)- L'omelia: "Ha cercato la verità" - Il saluto alla redazione - Crocetta, Orlando e gli altri: l'addio dei "big"

L'addio al direttore di LiveSicilia
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PALERMO – Francesco Foresta se ne va, per non andarsene, tra musica, lacrime e risate di tenerezza, in un giorno di sole, a Villa Filippina, con una indimenticabile cerimonia funebre. L’aveva progettata lui stesso, nei minimi dettagli. Il direttore di LiveSicilia, scomparso a 49 anni, teneva un’agendina duttile e aggiornata, era capace di organizzazioni puntuali e meticolose. Nemmeno la morte l’ha colto di sorpresa.

Prima, il viaggio del feretro, in via Rosolino Pilo, davanti alla palazzina che comprende le redazioni di LiveSicilia, I Love Sicila ed Esse. Un ritorno nei luoghi familiari, dove Francesco camminava, parlava, pensava, prendendo un caffè ‘riposante’ da Luca, in torrefazione – solo una brevissima sosta – per poi ricominciare a camminare, parlare, pensare.

Infine l’approdo sul prato di Villa Filippina, in piazza San Francesco Di Paola, il luogo che lui, con la sua caparbietà, aveva ridestato dalla polvere di un lunghissimo sonno. Sotto le volte della villa, l’altare per la cerimonia officiata da don Diego Broccolo. Sull’erba parenti e amici. In prima fila, l’amatissima Donata che ha dato a tutti un esempio di amore e di coraggio e Francesco junior – che i tanti che gli vogliono bene chiamano ‘Ciccio Piccolo’ – sempre al centro dei pensieri e dei sentimenti di un padre innamorato di suo figlio.

Tanta gente, un mare di persone. Occhi lucidi, lacrime e dolore. Di quel lutto che avverti sincero con un abbraccio, perché ne riconosci la caratura e il peso che si porta dentro.
L’omelia di don Diego è stata un inno alla speranza, la carta d’identità di un uomo che prende congedo, per non andarsene, nell’affetto di coloro che gli sono stati accanto, nella generosità delle cose che ha lasciato. La cerimonia, punteggiata dall’armonica di Giuseppe Milici, si è conclusa con una lettera che Francesco aveva scritto, per l’occasione. Ha ricordato tutti i suoi ragazzi con una parola speciale, col garbo e con l’ironia che gli erano propri. Le lacrime si sono trasformate in sorrisi, poi in risate, mentre Salvo Toscano – compagno di viaggio della prima ora – leggeva il testo, sfumato su una dedica per Donata e Francesco junior. L’ultimo miracolo di una persona che sapeva trasformare perfino il vino del dolore nell’acqua leggera della gioia di vivere.

Per espresso desiderio di suo padre, alla fine, ‘Ciccio Piccolo’ ha suonato la batteria, dopo avere detto anche lui parole che non saranno dimenticate. E altre canzoni sono nate sul prato della Villa, perché Francesco voleva che il suo saluto fosse una festa, un modo per stare ancora insieme. Così se ne va, senza andarsene davvero, Francesco Foresta. In una giornata di luce, tra canti, lacrime e risate.


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