Gesip, ancora acque agitate| "Dove sono i soldi del tfr?" - Live Sicilia

Gesip, ancora acque agitate| “Dove sono i soldi del tfr?”

Salvo Barone

La nota del segretario dell'Ugl terziario.

salvo barone (ugl)
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PALERMO – Ancora acque agitate alla Gesip. Lunedì si terrà una nuova riunione tra l’amministrazione comunale e i sindacati per ufficializzare i primi percorsi già concordati relativi a prepensionamenti e fuoriuscite volontarie, ma nel frattempo ci pensa l’Ugl a riaccendere le polemiche puntando il dito contro i debiti della società. “Dal 2001 al 2007, quando è cambiata la norma relativa al tfr – dice Salvo Barone, segretario dell’Ugl terziario – si è creato un debito da 18 milioni di euro per il mancato accantonamento delle quote per il tfr, buco che si è allargato quando tra il 2011 e il 2012 non sono stati versati altri otto mesi. Dal settembre 2012, cioè da quando siamo in cassa integrazione in deroga, visto che non ci sono entrate, le perdite relative all’accantonamento del tfr maturato sono aumentate di altri tre milioni, probabilmente confidando nel fatto che il tutto potrebbe essere coperto dal fondo di garanzia Inps. Incertezze però che necessitano di certezze assolute, proprio perchè alle probabili centinaia di lavoratori che dovrebbero fuoriuscite, bisogna quantificare tutte le spettanze dovute dettagliatamente. Soprattutto per il fatto che ancora l’Inps nazionale non ha sottoscritto l’intesa Istituzionale che ci consente questi altri sei mesi di cassa integrazione. Non vorremmo che il motivo per cui l’Inps non ha ancora firmato la convenzione sia proprio questo e ci fa specie che, in un momento del genere, la Gesip paghi 150mila euro di spese di gestione per i corrispettivi del liquidatore, dei sindaci, del revisore, del fiscalista e perfino dell’ avvocato pagato a parcella”, escluso il costo dei dipendenti Gesip ancora in forza per continuare le procedure di liquidazione.

“Si chiede chiarezza per affrontare questa fase delicatissima della vertenza, anche in merito alla ri-assegnazione totale dei servizi espletati dai lavoratori prima della entrata in cassa integrazione – continua Barone – che potrebbe consentire una prima fase di ricollocazione stabile ad esempio per trasporto disabili, cimiteri, canile, città dei ragazzi e altro. Si metta subito in moto un processo di stabilità contrattuale e retributiva, parallelamente ai prepensionamenti e fuoriuscita, in modo che si affronti numericamente una vertenza più snella, altrimenti si rinvia il problema a fine giugno, con l’ennesimo sacrificio vano dei soli lavoratori coinvolti”.

LE REAZIONI
“Si faccia chiarezza anche sui versamenti alle finanziarie delle quote delle cessioni e delle deleghe che mensilmente ci venivano trattenute dalle retribuzioni – dicono Gioacchino Tortiroci e Giuseppe Milazzo – ci dica l’azienda a quanto ammonta anche questo debito. Le finanziarie giornalmente ci comunicano a mezzo posta di volere indietro i soldi che gli spettano e che non sono mai stati versati”.


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