Da oggi tutti i lavoratori della Gesip saranno in ferie forzate per una settimana, più avanti chissà. Le prime conseguenze della mancata approvazione in consiglio comunale della delibera per destinare alla società cinque milioni derivati dal maggior gettito Tarsu non si sono fatte attendere. Nessun licenziamento in tronco, per ora, perché vanno prima espletate alcune procedure burocratiche, ma già da oggi tutti i servizi sono sospesi: dal cimitero dei Rotoli al canile, passando per le pulizie in scuole e uffici.
Circa trecento lavoratori, in questo momento, sono davanti il Palazzo delle Aquile dalle otto di stamattina nonostante la pioggia. Nessun manifesto, coro o fischietto, solo una presenza silenziosa ma imponente che ha già avuto un primo effetto: portone sbarrato da due camionette delle forze dell’ordine e ingresso consentito solo ai dipendenti. Nessuna traccia dei consiglieri comunali o del sindaco. Ma le proteste sono appena cominciate. Un altro drappello di lavoratori si sta recando in via Cavour per chiedere un incontro al prefetto Giuseppe Caruso, nella speranza che possa intercedere in un’ingarbugliata vicenda di cui, per il momento, non si conosce l’esito. Appare improbabile che la Regione autorizzi un finanziamento a fondo perduto e i lavoratori adesso guardano a Roma: giovedì si terrà il tavolo interministeriale che dovrebbe mettere nero su bianco la prima bozza di intervento, ma ancora non v’è nulla di certo. Intanto stasera il consiglio comunale dovrebbe riunirsi per tentare un’approvazione in extremis della delibera, ma vista la massiccia presenza dei lavoratori in piazza la seduta potrebbe essere chiusa al pubblico.
