Gli agrumi siciliani in Serbia |L'idea di due imprenditori - Live Sicilia

Gli agrumi siciliani in Serbia |L’idea di due imprenditori

L'esperienza di Stefano e Ramona, due giovani siciliani che sono partiti alla volta di Belgrado, dove hanno deciso di puntare sull'agricoltura, esportando le arance nostrane nell'est Europa.

CATANIA – L’agricoltura è stato, ed è tutt’ora, il loro collante. Hanno appena trentanni Stefano Ottimo e Ramona Commendatore, nel loro sangue scorre sangue siciliano, ma da due mesi hanno deciso di fare le valigie e lasciare la loro terra. “La passione per l’agricoltura si è trasformata in un grande progetto” raccontano a LiveSiciliaCatania. I due giovani hanno deciso di esportare in Serbia gli agrumi di Sicilia creando il marchio Siciliana Ottimo Citrus. s.r.l., un vero e proprio anello di congiunzione tra i produttori siciliani e il consumatore finale dell’est Europa.

“Il nostro obiettivo è di raggruppare quanti più produttori agrumicoli stanchi di regalare il prodotto ai commercianti. Il nostro salta tutti i passaggi di filiera raggiungendo così direttamente il magazzino dove viene preparato e confezionato per la spedizione”. Nell’era dei choosy e dei bamboccioni, Stefano e Ramona si discostano dal prototipo dell’italiano medio.

 Da dove nasce l’idea di andare in Serbia?

“Grazie a un amico, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere la realtà dell’est Europa e così abbiamo deciso di esportare i nostri prodotti proprio lì. Vorremmo far conoscere e valorizzare la Sicilia mettendo in mostra le qualità della nostra terra, dove si dovrebbe puntare molto più sull’agricoltura, ma al giorno d’oggi anche questa attività sta attraversando un momento buio, per queste ragioni la scelta di lasciare la Sicilia, seppur dura, ieri come oggi, pare essere una delle poche alternative a disposizione”.

Come siete stati accolti?

“All’estero abbiamo trovato gente che, anziché declassare i nostri prodotti, attribuisce loro il giusto valore. A differenza dell’Italia, la Serbia, in questo caso, ci ha offerto la possibilità di creare una propria attività con un piccolo investimento. Lo Stato Italiano non permette ai giovani di valorizzarsi, di esprimere il proprio potenziale. Qui abbiamo una speranza!”.

Le difficoltà culturali e linguistiche, sono state colmate non soltanto dai buoni propositi lavorativi e dalle rosee speranze per il futuro, ma anche dalla presenza di persone molto calorose, a sentire i due neoimprenditori.


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