Romano: "Grande centro? Prima i renziani mollino Orlando" - Live Sicilia

“Grande centro? Niente alchimie| Italia Viva sfiduci Orlando”

Intervista a Saverio Romano: "Verifica prima delle Regionali"
PALERMO 2022
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6 min di lettura

PALERMO – “Orlando ha trascinato Palermo in un burrone, per il 2022 non servono alchimie ma progetti. Italia Viva guarda al centro? Prima sfiduci il sindaco, poi ne parleremo”. Parola di Saverio Romano, leader dei moderati siciliani, che a Livesicilia traccia i progetti dei centristi in vista dei prossimi appuntamenti elettorali guardando anche alle Regionali e a un possibile Musumeci bis: “Faremo un bilancio delle cose fatte e decideremo cosa fare”.

Nel 2022 Palermo andrà al voto: secondo lei chi sarà il prossimo sindaco?
“Io spero sempre in un sussulto di dignità di Orlando e, anziché parlare del 2022, vorrei parlare del 2020 o al massimo del 2021 ma non penso che accadrà. Palermo sembra un carrozzone, senza guida né manutenzione che via via perde pezzi: potrà andare solo a sbattere o finire in un burrone. E le classifiche nazionali dimostrano quanto i palermitani poco apprezzino Orlando”.

Il capogruppo di Italia Viva al Senato, Davide Faraone, in un’intervista a Livesicilia ha ipotizzato uno schema diverso per il 2022: una sorta di grande centro che comprenda moderati e riformisti, tanto a Palermo quanto alla Regione…
“Le alchimie in politica sono sempre più difficili a livello nazionale, figuriamo a livello locale. Per aggregare una coalizione con un serio progetto per Palermo non bisogna partire dai colori o dalla geografia politica, ma dai contenuti: chi è d’accordo sul fatto che questa città non può vivere solo di turismo, ma ha bisogno di una rinascita grazie a nuove infrastrutture? E penso alla pedemontana che consentirebbe di superare l’imbuto di viale Regione o al porto-hub per attrarre le navi container che da Suez vanno a Gibilterra. Siamo la città più cablata d’Italia, eppure non abbiamo infrastrutture digitali che ci permettano di superare il gap industriale. Ci sono forze politiche che condividono un progetto che vada al di là dell’ordinaria amministrazione o della mera convenienza? Io e i miei amici siamo pronti a sederci attorno a un tavolo e a discutere di cose concrete. Diversamente, temo che questi cambi servano solo a passare da una maggioranza all’altra: una cosa deprecabile. Serve una nuova prospettiva”.

Le Comunali di Palermo precederanno solo di qualche mese le Regionali: pensa sia possibile arrivare ai due appuntamenti con coalizioni diverse?
“Il realismo della politica difficilmente fa immaginare che tra le elezioni di Palermo e le Regionali possano esserci coalizioni diverse, ma allo stesso tempo bisogna partire dai contenuti in entrambi i casi. Anche alla Regione abbiamo qualcosa da dire e vogliamo farlo con forza, pur restando in questi due anni leali alla coalizione e al governo Musumeci”.

A cosa si riferisce?
“Noi vogliamo fare un punto su quanto è stato realizzato, ma c’è un’esperienza che stiamo portando avanti e quindi è prematuro dire cosa accadrà fra due anni. La sosteniamo, ma tutte le esperienze iniziano e finiscono: ci sarà la possibilità di rilanciare questa esperienza o di crearne una nuova. Dipenderà dai risultati”.

Ci sarà o no un Musumeci bis?
“Noi non facciamo come il guitto di Messina che dice una cosa e ne fa un’altra… Posso dire chi di sicuro non sosterremmo, ossia Cateno De Luca: non può rappresentarci né come politico, né come amministratore, né come persona. E’ lontano mille miglia da noi”.

Si parla di due possibili modelli di centrodestra: uno a trazione leghista, uno invece più aperto al centro… Quale dei due si presenterà a Palermo e che candidato sindaco esprimerà?
“Partire dalle candidature è sbagliato, anche a Palermo le fughe in avanti penalizzeranno un’eventuale aggregazione su un progetto politico che invece è quello che serve e bisogna puntare sui contenuti. Faccio un esempio: i vigili urbani, anziché controllare gli abusivi, entrano nei ristoranti, un modo di governare la città che va spazzato via. I cittadini devono sentirsi protagonisti di una vera rinascita e le attività produttive vanno premiate e sostenute perché creano lavoro e ricchezza e, con le tasse, sostengono anche i dipendenti pubblici. Le forze politiche che oggi sostengono Orlando hanno la mia stessa idea o ne hanno una diversa? Per essere chiari: se Italia Viva vuole iniziare a ragionare, parta con una mozione di sfiducia a Orlando e si smarchi da un governo che ha messo in ginocchio la città. Da buon cristiano credo nel pentimento”.

I renziani devono fare abiura, insomma…
“Il mio non è un ricatto morale, ma la constatazione che per fare una strada nuova va lasciata la vecchia e non alla vigilia delle elezioni ma anzitempo, confrontandoci”.

Andiamo al candidato: volto nuovo o politico navigato?
“Sono sempre stato per il primato della politica, non credo alle improvvisazioni. Però c’è sempre la possibilità che persone con passione, entusiasmo e voglia di dare un contributo lo possano fare, ci sono tanti modi. Serve anche una spinta civica, così come il coinvolgimento delle categorie produttive e del tessuto sociale ed economico che Orlando ha disgregato”.

Uomo o donna?
“Sarebbe facile dire donna, avrei tanti like su Facebook… Ma il punto non è il genere, ma la capacità di governare”.

I moderati sarebbero in grado di esprimere un candidato?
“Ho stigmatizzato le fughe in avanti, non posso contraddirmi… Ma tra i moderati ci sono espressioni autorevoli, vicine o facenti parte del Cantiere popolare, che potrebbero mettersi al servizio di Palermo: Antonello Antinoro, Toto Cordaro, Roberto Lagalla sono persone che possono sicuramente svolgere un ruolo di guida della città. Certo, non si può fare tutto: c’è chi ha la vocazione per stare alla Regione o al Parlamento nazionale, chi per stare in città”.

Lei è stato molto severo con Orlando: non salva niente di questa esperienza che coincide con la storia recente di Palermo?
“Orlando è sindaco dai tempi di Breznef, abbiamo avuto nel mondo una continua evoluzione ma Palermo non è riuscita a superare nessuno dei suoi limiti. I palermitani si sono lasciati ammaliare da questo pifferaio, lo conosco dai tempi della Democrazia cristiana e mi sono sempre collocato politicamente sul lato opposto. Di Orlando salvo solo la spinta mediatica iniziale che era riuscito a dare perché serviva alla città, ma non è riuscito a riempirla di contenuti concreti. In 30 anni non ha realizzato nessuna importante infrastruttura”.

Oggi abbiamo il tram, il passante, l’anello ferroviario…
“Il tram è una scelta scellerata che pagheremo negli anni, quando saremo al governo dovremo valorizzarla per evitare che il buco di bilancio che produce ogni anno diventi una voragine. Bisogna trovare il modo per rendere il tram economicamente sostenibile con un piano organico della mobilità che comprenda anche la pedemontana. Per il passante e l’anello, il merito è dell’epoca Cammarata e della nostra coalizione; le infrastrutture di Orlando sono quelle di Italia ’90 e sappiamo che fine hanno fatto, soldi buttati al vento e oggi non c’è una struttura sportiva degna di questo nome”.


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