Green pass, ristoratori: "Controlli lunghi, la gente va via"

Green pass, ristoratori: “Controlli lunghi, la gente va via”

Roberto Tudisco analizza il primo weekend con obbligo di certificazione verde per i locali al chiuso.

Il green pass alla prova del weekend. Come hanno reagito i clienti? Difficoltà nei controlli? Ristoranti vuoti? Roberto Tudisco, ristoratore catanese e presidente dell’associazione di categoria “Ristoratori siciliani indipendenti” dice che “per l’ennesima volta siamo il capro espiatorio del governo” e aggiunge che se a settembre o ottobre, nel risalire dei contagi della stagione autunnale, li dovessero costringere di nuovo alla chiusura “dovremo ribellarci perché non possiamo più sopportare questa gestione” della pandemia.

“I grandi magazzini – spiega Roberto Tudisco – sono di libero accesso. Ho provato a prendere la metropolitana di Catania ed era piena all’inverosimile, gli autobus stracolmi. A noi invece viene anche chiesto di fare gli sceriffi, di chiedere i documenti ai clienti.” Se in questi provvedimenti ci fosse una logica ce ne facevamo una ragione – continua-, ma se andiamo nei grandi magazzini e nessuno chiede nulla, allora devo pensare che ce l’avete con noi. Cose è successo da bambino a Speranza, quale ristoratore gli ha fregato la fidanzata?”

Una battuta che non nasconde diffidenza e disillusione nei confronti dell’operato del governo Draghi e del Cts. Tudisco sottolinea che la categoria ha già pagato un prezzo molto alto a causa dei lockdown e delle altre misure prese dal governo. “Il 30% dei locali ha già chiuso – spiega – e molti sono quelli che non avendo spazi esterni a sufficienza stanno avendo un’ulteriore contrazione del 30% sugli incassi. Il governo ci usa mediaticamente, per fare vedere che agisce, ma in realtà non fa nulla di efficace se da un anno sentiamo che i contagi aumentano comunque.

Primo stress test del green pass durante il weekend, quando più persone cenano fuori casa.

“Il problema del controllo non è l’attrezzatura, che comunque dobbiamo implementare noi. Il problema è che nel fine settimana, in cui dobbiamo fare fatturato per limitare i danni delle ultime due stagioni estive, invece facciamo controlli come ai posti di blocco. All’ingresso, infatti, si formano file di clienti. Quelli che non vogliono aspettare vanno via, magari alla ricerca di tavoli all’aperto così da non dovere fare la fila ai controlli.”

Quanto tempo impiega per controllare il certificato verde?

“Ogni operazione richiede dai 5 ai 10 minuti. La persona deve prima cercare il foglio o il telefono, poi il ristoratore deve fare la scansione, chiedere i documenti, controllare l’identità e inserire nel sistema la data di nascita del cliente. Non tutti sono propensi al controllo e all’attesa, se la prendono con noi e questo causa anche una contrazione dei guadagni. Va peggio ai nostri iscritti che si occupano di banchetti, sono disperati. Immaginate cosa voglia dire controllare 200 o 300 invitati a un banchetto di nozze o a un battesimo.”

Il governo sostiene che il green pass è necessario per bloccare i contagi

“Non fermi il virus bloccando i ristoranti. Perché dunque non hanno preso le stesse precauzioni per esempio gli autogrill o grandi magazzini, dove vanno migliaia dipersone? Facciano i controlli attraverso il codice fiscale, se credono istituiscano i posti di blocco dei carabinieri, lo chiedano in aeroporti e stazioni, ma ci mollino. Abbiamo interesse – aggiunge – a che funzioni la campagna vaccinale, il mio personale ha scelto liberamente di vaccinarsi. Visto che non c’è obbligo sul luogo di lavoro, siamo al paradosso che personale non vaccinato controlla il cliente vaccinato. Una gestione incompetente”.

Il personale di solito cena insieme prima di aprire la sala al pubblico. In quel caso controllate il green pass fra di voi o siete considerati mensa aziendale?

“Ridiamo per non piangere, ci stanno distruggendo senza bloccare la pandemia. Per noi gestori e per il cliente sono previste multe da 400 a 1000 euro se non c’è il green pass e nel frattempo il governo lascia che sbarchino migliaia di persone che una volta a terra nessuna controlla più.”


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