Ucraina, la fuga dalla guerra: la Sicilia che accoglie - Live Sicilia

Ucraina, la fuga dalla guerra: la Sicilia che accoglie

Protezione Civile e Croce Rossa in prima linea.

CATANIA – Le strutture di soccorso umanitario e di accoglienza sono attive fin dai primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina. Se ad assorbire la prima ondata di profughi sono gli stati dell’est Europa come Polonia e Romania, le regioni italiane stanno organizzando la macchina dell’accoglienza per dare una sistemazione a chi scappa dalla guerra, organizzando punti di primo contatto, call center e alloggi. In più, sia la Protezione Civile che altre organizzazioni non governative come la Croce Rossa Italiana sono attive nell’invio di beni e materiali sanitari nella zona di guerra.

La Protezione Civile

Le misure adottate dalla Protezione Civile in Sicilia sono descritte dal dirigente generale del Dipartimento, Salvo Cocina, durante un convegno che si è tenuto al dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania sul conflitto ucraino: “Il punto, in questo momento, è che non abbiamo un numero esatto di arrivi, dunque dobbiamo prepararci a ogni evenienza. In questo momento stiamo mettendo insieme una macchina dell’accoglienza che coinvolge comuni, Regione, Croce Rossa e altre organizzazioni e associazioni”.

Il punto, sottolinea Cocina, è trovare delle sistemazioni per chi arriva dall’Ucraina e non ha appoggi. Al sistema tradizionale di accoglienza, basato sulle strutture delle Ipab e su case d’accoglienza, si starebbe per affiancare un sistema basato sulle famiglie: “In questo momento stiamo raccogliendo le adesioni da parte dei siciliani – dice Cocina – e pensiamo anche alla possibilità di dare dei contributi”.

La Regione sta realizzando una piattaforma, Sicilia per l’Ucraina, proprio per raccogliere la disponibilità dei siciliani a dare qualsiasi aiuto, dagli alloggi a cibo e materiali: “Arriveranno anche degli sportelli provinciali per fornire assistenza – dice Cocina – con call center e primo contatto per cittadini ucraini che arrivano in Sicilia senza riferimenti”. Una richiesta, quella di call center e centri di contatto, avanzata proprio da esponenti della comunità ucraina.

“Supportare il volontariato, non sostituirlo”

L’altro nodo della questione è come aiutare chi è rimasto in Ucraina: “Ci stiamo muovendo con diverse Ong – dice Cocina – e in questo momento stiamo lavorando per raccogliere beni e organizzare la spedizione. La nostra logica non è sostituirci alla società civile, ma aiutarla. Facciamo la scelta di supportare il volontariato, mettendo insieme i volontari, i cittadini attivi che selezionano e smistano il materiale. Abbiamo diverse piattaforme per stoccare le donazioni dei cittadini, caricamento su pallett e tir e poi spedizione al confine polacco”.

La Croce Rossa Italiana

Tra le organizzazioni non governative impegnate sul territorio catanese per fare fronte alla crisi ucraina c’è anche la Cri. Racconta Silvia Dizzia, vicepresidente del comitato di Catania: “Come Cri, siamo stati chiamati a far parte delle scelte fatte dalla federazione internazionale. Il Comitato internazionale opera in Ucraina con la Croce Rossa ucraina, raccogliendo fondi mirati all’acquisto di beni di prima necessità e sanitari, che vengono poi spediti nel territorio ucraino e nei paesi limitrofi, sempre alla Croce Rossa di quei paesi”.

A Catania, la Cri svolge servizio di accoglienza: “Siamo coinvolti – dice Dizzia – quando arrivano persone dalla Polonia o paesi limitrofi, scappate dall’Ucraina. Sono persone in transito, che hanno una destinazione come amici o familiari in Italia, e noi facciamo sì che le persone accolte possano raggiungere i familiari e diamo una prima sistemazione mentre si trovano qui. Lavoriamo poi con la prefettura e le associazioni che hanno offerto alloggi temporali. Questo per noi è uno scenario d’accoglienza, che svolgiamo a 360 gradi”.


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