I colpi di pistola a Ballarò e i silenzi. Quel filo che porta ai boss

I colpi di pistola a Ballarò e i silenzi. Quel filo che porta ai boss

Via Giovanni Naso, luogo del ferimento
Il contesto in cui si muovono i carabinieri

PALERMO – Le bocche restano cucite quando il cronista si avvicina per chiedere dove, ieri sera, a Ballarò, Antonino Madonia è stato ferito con un colpo di pistola. D’altra parte persino la vittima nulla ha detto ai carabinieri e ai medici che lo hanno preso in cura all’ospedale Civico.

Si è presentato da solo con un proiettile conficcato nel fianco. Per sua fortuna non ha leso organi vitali. Ad una manciata di metri di distanza da via Giovanni Naso, la strada dove sono stati esplosi i colpi di pistola, qualcuno si lascia scappare un dettaglio non indifferente. “U patri di Vincenzo?”, chiede sottovoce a chi gli sta accanto.

Il figlio e il latitante

Antonino Madonia, 49 anni, è, infatti il padre di Vincenzo, che tutti chiamano Vincent. Il suo nome fa parte dell’elenco degli arrestati nel blitz dei 181 dello scorso febbraio. Il venticinquenne Vincent avrebbe avuto un ruolo delicato. Sarebbe stato una pedina della rete di favoreggiatori del boss di Porta Nuova Giuseppe Auteri, durante il periodo di latitanza (sono pure zio e nipote acquisito).

Cognato del mafioso

C’è un’altra parentela da tenere a mente. Il ferito infatti è cognato di Nicola Milano, della omonima e potente famiglia mafiosa di Porta Nuova, che ha già scontato una condanna per associazione mafiosa.

Cosa è accaduto nella stradina che conduce al mercato Ballarò, nella parte che si affaccia su corso Tukory? Sono stati esplosi almeno quattro, cinque colpi di pistola e non è detto che provenissero tutti da un’unica arma.

Probabilmente è stata una discussione degenerata nella violenza. Cosa abbia acceso gli animi è ancora presto per dirlo. Sembrerebbe, però, una faccenda slegata da dinamiche criminali più complesse. Ancora una volta viene fuori la facilità con cui ci si può armare a Palermo. Si spara senza pensarci due volte. Possedere un’arma è innanzitutto motivo di vanto, ma all’occorrenza diventa strumento di attacco o di difesa.

Cosa Nostra indifferente

La città diventa teatro di risse, aggressioni e guerriglia urbana. Cosa Nostra, come hanno scritto i magistrati nell’ultima inchiesta, è rimasta “indifferente, nella consapevolezza che tra i soggetti coinvolti vi erano quasi sempre esponenti delle principali casate mafiose o comunque persone ‘amiche’ e che le armi utilizzate erano il più delle volte passate dalle mani degli associati”.

Ed ancora: “La recrudescenza della violenza è stata sovente cavalcata da Cosa Nostra, che ha così alimentato il proprio potere, approfittando della intimidazione ingenerata nella popolazione”.

Il compleanno del boss

Nella stessa inchiesta sono confluiti scatti simbolici. Ad esempio la geografia che ritrae Giuseppe Auteri il quale, durante la latitanza, finita con l’arresto dello scorso marzo, sarebbe diventato il reggente del mandamento di Porta Nuova. Tra i suoi favoreggiatori ci sarebbe Vincenzo Madonia. Li lega un affetto profondo manifestato apertamente.

Sul profilo TikTok “Vincent Madonia”, all’indomani dell’arresto di Auteri in un modesto appartamento nella zona di via Oreto, postava una foto del boss seguita dalle parole: “II mio maestro di vita e di tutto ti amo zio”.

Ieri sera, giovedì 4 settembre, intorno alle 19 hanno sparato al padre nella stradina che da una parte conduce al mercato e dall’altra alla chiesa di San Francesco Saverio all’Albergheria. In mezzo c’è il dedalo di vie, la terra di nessuno dove si svolge un mercato dell’usato fuori controllo. Le forze dell’ordine, di tanto in tanto intervengono con dei blitz, all’indomani tutto torna come prima.


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