I fuochi d'artificio per il battesimo: il retroscena dell'indagine - Live Sicilia

I fuochi d’artificio per il battesimo: il retroscena dell’indagine

Ecco cosa hanno immortalato i carabinieri di Catania. Il ruolo del capo-piazza e della moglie.
BLITZ CONCORDIA
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CATANIA – Questa volta i fuochi d’artificio erano per festeggiare il battesimo del figlio del ‘gestore’ della piazza di spaccio creata tra via Della Concordia e via Cordai. Anche questo hanno immortalato le telecamere dei carabinieri nel corso delle indagini sfociate nel blitz di stamattina, denominato Concordia.

I fuochi d’artificio per il battesimo

In barba ad autorizzazioni e possibili pericoli dovuti all’esplosione dei petardi, i ‘sodali’ di Michele Balsamo – finito in carcere – hanno preparato una struttura (dalle immagini non è chiaro, ndr) e la batteria di fuochi. Poi c’è stato lo spettacolo pirotecnico a pochi metri dagli spettatori. 

I retroscena del blitz

Il piccolo ‘festeggiato’ è lo stesso protagonista della parte di video in cui in braccio alla mamma assiste alla consegna al papà del pacco di sostanza stupefacente da occultare per lo spaccio. Un retroscena che accende ancora una volta i riflettori sui rischi di devianza in cui incorrono i giovani che vivono in alcune realtà e in alcuni quartieri dove non si sente la presenza dello Stato. Se non per i blitz. 

Il capo-piazza Balsamo

Il gesto dei fuochi d’artificio per ‘celebrare’ il battesimo del figlio del capo-piazza è una sorta di ‘conferma’ del ruolo di Balsamo, che avrebbe adibito l’abitazione, la stalla, l’autolavaggio e il centro scommesse – scrive la gip Marina Rizza nell’ordinanza – “nella sede destinata al traffico di stupefacenti”. Una piazza di spaccio con vedette e pusher che avrebbero operato a turni prefissati. E a fine servizio ci sarebbe stata la ‘consegna del denaro frutto della droga venduta e dello scooter impiegato per spacciare”. 

Il ruolo della moglie

Un capitolo ad hoc è dedicato alla moglie di Balsamo, Angela Sapuppo che oggi è finita ai domiciliari. Per la gip la donna “ha fattivamente collaborato concorrendo a costituire la struttura organizzativa” del gruppo di spaccio. Per la giudice l’indagata – a cui è contrasto solo il reato di droga e non associativo – “riveste nell’ambito dell’organigramma una posizione apicale in quanto strettissima collaboratrice del marito”. 

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