I "grillini" a Catania: | "Enzo Bianco dimettiti" - Live Sicilia

I “grillini” a Catania: | “Enzo Bianco dimettiti”

A piazza Università il prologo della convention nazionale del movimento 5 Stelle. Tema centrale le ragioni del no al referendum sulla riforma costituzionale.

La convention M5S
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CATANIA- “E diciamolo che è ancora la mafia a comandare in questa città”, è la Catania vista con gli occhi dei “grillini”. Si sono davvero fatti sentire i gli esponenti dei cinque stelle questo oggi in occasione dell’evento “Catania a cinque stelle, i primi mille passi. Tutte le ragioni del no”. La kermesse del movimento penta stellato è approdata a Catania, dopo le edizioni al circo massimo e a Imola, per lanciare la sfida al referendum di Matteo Renzi. Ma quello di ieri è stato solo il primo “assaggio” della grande convention che si svolgerà a Palermo il 24 e 25 settembre. Intanto ad attendere i cinque stelle a piazza università c’era una nutrita folla di sostenitori e attivisti del movimento che già dalle prime ore del pomeriggio si era riversata nella piazza. Un clima di protesta dirompente: questa l’aria che si respirava fra i numerosi stand tematici allestiti nella piazza affollata di gente intrattenutasi fino a tarda serata. Musica, applausi, ma non sono neppure mancate le invettive fra i più irrequieti.

L’evento ha ospitato i portavoce nazionali, regionali e comunali del movimento. Nel corso della manifestazione è inoltre partita su iniziativa dei “grillini” la raccolta firme per per chiedere le dimissioni di Enzo Bianco. Per l’amministrazione catanese è stata infatti pioggia di critiche da parte dei cinque stelle che non hanno tralasciato nessuna questione. Ancora dure le dichiarazioni del portavoce del M5S Mario Michele Giarrusso. “Firmate la petizione – ha detto – Voragine nel bilancio, spese folli per i consulenti esterni e porta borse: Bianco se ne vada, la città è allo sfascio”. E ancora, “rendiconti oscuri delle partecipate, l’affare gettonopoli, e il caos trasporto pubblico alla vicenda Amt”. Ma su questo punto il “grillino” gira il coltello nella piaga e prende le difese di Giuseppe Idonea, l’ex liquidatore Amt. “Quando Idonea ha denunciato il tentativo di prendersi i soldi dell’Amt, 47 milioni di euro, lo hanno sostituito con un altro liquidatore. E quel liquidatore cosa ha fatto? Ha preso i soldi ha trasferiti al comune di Catania”.

E dalle parole di Giarrusso riaffiora l’intercettazione telefonica fra Enzo Bianco e l’editore Mario Ciancio in cui questi ultimi due dialogavano a proposito del Pua. “ Bianco – dice – è stato incapace di tutelare il suo territorio dalla cementificazione e di proteggerlo dalla criminalità organizzata. Le presunte infiltrazioni mafiose in consiglio, l’inaugurazione della strada insieme al gestore della discoteca ritenuto prestanome di un clan, la gestione in odor di mafia dei solarium sono ombre che gravano pesantemente sulla città. Catania ha bisogno di un sindaco che si occupi del suo territorio e dei cittadini non di uno che si preoccupi solo di pubblicizzare se stesso. Continueremo – ha detto infine- a lottare fino a quando questa amministrazione non se ne andrà”.

E dopo gli esponenti locali dei cinque stelle, sul palco è stata la volta di Alessandro Di Battista. Acclamato come una star dal pubblico della piazza, il deputato parlamentare ha subito iniziato il suo lungo intervento. Di Battista rilancia immediatamente la crociata contro Matteo Renzi. E lo fa riepilogando i motivi secondo cui il premier avrebbe fallito tutto al governo. Dalla riforma costituzionale a l’Italicum, considerando questi ultimi solo come strumenti autoreferenziali del presidente, fino al jobs act che avrebbe trasformato il contratto indeterminato in precario.

In questa settimana – ha continuato – è intervenuta la Goldman Sachs per caldeggiare la vittoria del sì. Ma non possiamo accettare che coloro che vogliono cambiare la costituzione siano gli stessi che violano ogni giorno le leggi. In Italia abbiamo troppe leggi sbagliate, fatte da chi non dovrebbe farle. Renzi è un premier che non piace a nove persone su dieci”. E arriva la stoccata verso la festa de L’Unità svoltasi di recente a Catania, “Se non ci fosse una città militarizzata – ha detto – Renzi non potrebbe camminare in giro, così come abbiamo visto a Catania qualche giorno fa. La nostra festa è libera a tutti, nessun controllo ai varchi, non serve l’intervento della polizia”. E torna a ribadire le ragioni per cui votare no al referendum sulla riforma costituzionale, definita “schiforma”. “Non è vero che l’iter legislativo è lento perché la riforma Fornero l’hanno fatta passare in pochi giorni, quando si tratta di sventrare le pensioni ci mettono un attimo a far passare la legge: il bicameralismo perfetto improvvisamente non è più lento. Se invece si tratta applicare il reddito di cittadinanza, perché questa terra sta morendo, ecco che la costituzione non va più bene. Ebbene signori, non gliela diamo vinta, non facciamoci infinocchiare un’altra volta. Prima vengono i diritti e poi l’economia e le dittature dell’Europa. La Sicilia la possiamo conquistare, può diventare la terra a cinque stelle ma dobbiamo mandare via questi signori, da Renzi a Crocetta” – ha concluso Di Battista.

Letteralmente assediato il gazebo tematico della scuola. Sono state decine gli insegnanti che hanno affollato lo stand in cui era presente la deputata alla commissione scuola, Maria Marzara. “Il nostro obiettivo – ha detto – è quello di dare voce alle vostre istanze. “Renzi ha fatto un pasticcio nelle scuola, ha distrutto i nostri diritti – hanno detto alcuni insegnanti infuriati – così per come è stata fatta la legge sarebbe meglio essere fuori dalla scuola”.

A chiudere la manifestazione Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei deputati, che conferma le ragioni del no. “Con la vittoria del no gli toglieremo il ricatto occupazionale, – dice – cosa a cui assistiamo ogni campagna elettorale. Votare no per ridare dignità alle famiglie italiane che fino a questo momento sono state il serbatoio di queste forze politiche. Ci verrano contro quando vorremo istituire una banca pubblica italiana per gli investimenti che aiutino le famiglie in difficoltà. Quando andremo nei tavoli europei a spiegare a quei signori che i vincoli di bilancio che hanno stabilito per noi non significano niente. Perché a noi lo stipendio lo pagano i cittadini italiani, non la Merkel o Hollande”.

Renzi fa solo figuracce – ha proseguito Di Maio – ieri non ha partecipato ad una conferenza stampa nella quale non era neppure invitato a Bratislava, però approva le agende e continua a tagliare servizi,  sanità per pagare i suoi bonus. Noi vogliamo finanziare il reddito di cittadinanza tagliando sprechi e privilegi. Renzi non ha saputo utilizzare i fondi dell’Europa. Ci sono altre questioni sulle quali però il governo non interviene, ci sono oltre venti voci di bilancio ma non riescono a concepire le coperture perché altrimenti gli dovremmo tagliare le auto blu, i rimborsi elettorali, eliminare i finanziamenti all’editoria, aumentare la tassazione sul gioco d’azzardo, o sui concessionari autostradali e sulle loro lobby come le industrie petrolifere. Mentre noi vogliamo investire sul turismo e rilanciare l’edilizia quella qualificate. Solo noi negli ultimi anni siamo stati in grado di vendere lo Stato alle banche private, invece di fare dello Stato la banca pubblica che aiutasse i nostri concittadini”.
E aggiunge: “Per cambiare davvero le cose dobbiamo portare nei governi degli enti locali e in quello centrale persone con le mani libere. Nessuno abolirà mai il vitalizio se lo percepisce, nessuno investirà in energie rinnovabili finché i petrolieri gli pagheranno le campagne elettorali. Questo è quello che cerchiamo di spiegarvi da anni. Combattere la corruzione è possibile; se contrastiamo la contraffazione del Made in Italy recuperiamo miliardi di euro da investire nella sanità e scuola. Abbiamo l’evasione? Contrastandola seriamente si possono guadagnare miliardi da utilizzare per i lavori pubblici e far abbassare le bollette agli italiani. Noi cerchiamo di dare davvero l’esempio e guadagnare la vostra fiducia: il nostro partito è finanziato grazie alle vostre donazioni. Non percepiamo nessun fondo pubblico. Partiti come la Lega o il pd hanno percepito miliardi. Ora sta a voi: hanno già deciso i cittadini romani, di Ragusa e via dicendo. Dovete essere voi a decidere se far arrivare il M5S a capo del governo di questo paese nel 2018″ – ha concluso Luigi Di Maio.

 


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