I memoriali del pentito: "Vi racconto la mafia catanese" - Live Sicilia

I memoriali del pentito: “Vi racconto la mafia catanese”

Carmelo Liistro ha militato in diversi clan. Sta riempiendo pagine e pagine di verbali
DAL MENSILE S
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Un omone, alto e robusto. Corporatura da giocatore di rugby o football americano. Carmelo Liistro è uno che avrebbe potuto scegliere una strada diversa da quella mafiosa e criminale. Qualcosa però lo ha impantanato nel fango dei clan. I soldi facili e la brama di potere forse accecano così tanto da far dimenticare i confini. E poi si arriva ad un punto in cui è quasi troppo tardi tornare indietro. Dettagliato, preciso, fluente, corretto. Il nuovissimo pentito di mafia, proveniente dalle file dei Cappello-Bonaccorsi, ha cominciato a collaborare con la giustizia lo scorso 18 febbraio “per cambiare la mia vita e quella dei miei figli poiché intendo offrire a me stesso e a loro un futuro migliore”. Sul mensile S sono pubblicati i memoriali integrali.

Anche lui è uno di quelli che ha fatto ‘militanza’ in più clan. Da Cosa nostra ai Cappello. “Ho fatto parte del clan Santapaola dal 2009 sino al 2013, inizio 2014. Poi sono transitato nel gruppo dei fratelli Bellia che rappresentavano Sebastiano Lo Giudice dei Carateddi, il quale operava assieme al gruppo di Massimiliano Salvo, u Carrozziere. Poi sono entrato proprio nel gruppo del Carrozziere nel quale ho militato sino a quando Salvo è stato arrestato nell’operazione Penelope.

Dopo il suo arresto il gruppo è rimasto in mano ai gemelli Santoro, ma io già mi ero allontanato dal gruppo di San Giorgio e mi ero avvicinato al gruppo dei Ciuraro (Salvatore Lombardo, ndr) che aveva come referente Pantellaro, poi diventato il reggente del clan a seguito dell’arresto del ciuraro. Quando parlo dei ciuraro mi riferisco al vecchio, cioè al padre di Salvuccio Junior. Quando il ciuraro venne arrestato come Salvo, mi sono allontanato dal gruppo di San Giorgio e mi sono avvicinato a Pantellaro che aveva maggiore carisma criminale e da questo momento ho operato in questo gruppo fino alla scarcerazione di Massimo Cappello (fratello del capomafia Turi, ndr), di cui poi sono diventato uomo di fiducia”.

Continua a leggere sul mensile S, ecco la copertina catanese:


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