Malgrado tutto, tu, nato a Palermo, sei ancora qui. Io, nato a Palermo, sono ancora qui. Sono palermitano forse per caso. Mio papà era un professore catanese. Amava gli scogli di Aci Castello e il mare. Mi ha trasmesso frammenti di roccia e d’azzurro. Mia madre è romagnola, per sbaglio. Ha vissuto sempre a Palermo, dopo i primi giorni stranieri. E tu? Tu sei nato alla Kalsa, tra le macerie. Tu conosci i marciapiedi eleganti di viale Strasburgo. Tu ami Mondello come se non fosse proprio Palermo, ma una cittadella incantate e distaccata. Tu sei rosanero nell’anima. Tu fingi di esserlo, però sei juventino. Tu hai votato Orlando. Tu non lo voterai mai più. Tu hai votato Cammarata e te ne sei pentito. Tu mangi ricci appena pescati. Tu ti accontenti del bordo di una pizza. Tu ce l’hai con i gazebo abusivi. Tu sei abusivo. Tu cerchi un muro per sporcarlo con la tua amarezza, più densa del nero di seppia.
Tu e io attraversiamo questa città ogni giorno. Coraggiosi che siamo. Tra Natale e Capodanno ci riposiamo. Domani torneremo a combattere dentro il rosso di trincee che sembrano strade normali. E protesteremo contro l’inciviltà dei maledetti che posteggiano sulle strisce o nei posti per i disabili. E ce la prenderemo con i vigili che non sono mai abbastanza. E assassineremo con lo sguardo il raccomandato della fila alle Poste. Dopodomani, invece, posteggeremo sulle strisce. E faremo le corna ai vigili che sono davvero troppi. E cercheremo l’indulgenza di una scorciatoia nella fila delle poste. Respireremo a pieni polmoni il catrame di questa città nell’ora di punta. Ci alzeremo all’alba per cercare una traccia di vento ripulito. Guarderemo il sole, ci bagneremo le scarpe a Valdesi e penseremo di essere nel posto più bello del mondo. Perchè siamo cultori della bellezza, tu e io. E ci consideriamo fortunati, malgrado tutto. Siamo palermitani, gli eroi dell’anno. I fessi di ogni giorno.
