PALERMO – Lo avevano chiesto sui social tramite diversi video, ma le soluzioni invocate a gran voce non sono arrivate. Così oltre venti ragazzi siciliani in Erasmus a Valencia torneranno a casa senza poter contare su voli diretti e a spese proprie, osservando tutte le misure anti-contagio spagnole e siciliane. Una decisione presa non prima di tentare ogni tipo di approccio nei giorni scorsi: per esempio una di loro, la palermitana Giulia Costumati, aveva realizzato un video su Facebook in cui faceva presente di non riuscire a rientrare nel capoluogo “per l’assenza di voli diretti”. Inoltre, continua Giulia nel video, “sono stati istituiti dei voli per Roma in data in cui non è presente una coincidenza per la Sicilia, né per Palermo, né per Catania”. Col dilagare dell’emergenza coronavirus in tutta Europa, l’appello ha avuto risonanza sui social.
L’APPELLO DI GIULIA – GUARDA IL VIDEO
Gli studenti in Erasmus e i loro genitori sono rimasti sul filo, come ha già raccontato a LiveSicilia il papà di Giulia, Marco Costumati. Che ora fornisce nuovi dettagli su questa inaspettata disavventura: “I ragazzi stanno rientrando in piena sicurezza e nel totale rispetto delle norme. Il 12 aprile, ‘armati’ dei dispositivi di protezione individuale che hanno già ordinato in Spagna, prenderanno un volo Valencia-Roma e dopo uno scalo di nove ore arriveranno a Palermo. Una volta qui – aggiunge – chiameranno l’Asp per comunicare gli spostamenti e dove svolgeranno la quarantena. Si sposteranno con l’autocertificazione, non lasciando nulla al caso”.
“Del resto però – osserva il padre di Giulia – c’è da rilevare che i ragazzi hanno trovato una soluzione da soli: nonostante si siano mossi cercando interlocuzioni con il ministero degli Esteri, la Protezione civile e la politica locale, in fin dei conti hanno ricevuto soltanto suggerimenti o consigli. Per onestà intellettuale va comunque detto che dalle istituzioni non è arrivato nessuno scoraggiamento a rientrare in Sicilia”. Costumati conclude con altre rassicurazioni sulle condizioni in cui voleranno a casa la figlia e gli altri giovani siciliani: “Ho contezza che i ragazzi hanno iniziato a non uscire più già da quando è scoppiata l’emergenza in Italia, quindi prima ancora che entrassero in vigore le misure spagnole – racconta – e anzi hanno da subito iniziato a fare raccomandazioni a distanza a noi genitori. Da questo punto di vista sono loro che hanno più da insegnare a noi”.