I Santapaola e quel summit al cimitero: nel vivo il processo Bulldog

I Santapaola e quel summit al cimitero: nel vivo il processo Bulldog

È quanto emerge dalla memoria accusatoria del pm Liguori

CATANIA – Il presunto braccio destro di Roberto Vacante, genero del boss Salvatore Santapaola, per incontrare un pregiudicato al cimitero, entrò con dei fiori di plastica. Sperava così, secondo gli investigatori, di non dare nell’occhio. Solo che poi, al momento di uscire, aveva ancora i fiori con sé. Salvatore Caruso, principale imputato dell’ultimo stralcio del processo “Bulldog”, accusato di associazione mafiosa, questo particolare l’ha sempre seccamente negato.

Questo “nonostante”, scrive il pm Rocco Liguori nella memoria dell’accusa, “sia caduto sotto la percezione diretta della polizia giudiziaria”. Secondo gli inquirenti era andato là a incontrare il pregiudicato Giuseppe Mangion, figlio di Ciuzzo, un personaggio con precedenti per mafia. Era l’estate del 2013: Mangion aveva l’autorizzazione per andare al cimitero, secondo la Dda di Catania, e ne approfittava per incontrare gli appartenenti a Cosa Nostra.

È entrato nel vivo, e si chiuderà il prossimo 18 settembre, il processo con 9 imputati sull’impero economico che sarebbe stato gestito da Vacante, uno dei boss del clan Santapaola-Ercolano, arrestato nel 2016.

Il braccio destro del boss

Caruso, come detto, sarebbe una sorta di braccio destro del boss Vacante. Il processo è l’ultimo degli stralci seguiti all’inchiesta della Squadra Mobile. Gli imputati sono ritenuti in qualche modo, a vario titolo, prestanome del boss o coinvolti in ipotesi minori. L’accusa, per la maggior parte degli imputati, è concorso in trasferimento fraudolento di beni, aggravato dall’aver favorito Cosa Nostra. La figura chiave ovviamente, è Vacante, che però ha optato per il rito abbreviato.

Dinanzi alla prima sezione penale del Tribunale collegiale di Catania sono imputati Alessandro Arcidiacono, Pietro Augusto Bellino, Giuseppe Caruso, Pietro Musumeci, Letteria Picone, Ida Romeo, Irene Grazia Santapaola e Maria Santonocito. E Salvatore Caruso, per l’appunto, l’unico a cui è contestata l’accusa di associazione mafiosa.

I Santapaola

Vacante è stato processato a parte e condannato. Per sua moglie Irene Grazia Santapaola, nipote del capomafia Nitto Santapaola, l’accusa è intestazione fittizia di beni. Per l’accusa, Vacante si diede da fare per riciclare parte dei soldi della famiglia mafiosa. E la moglie avrebbe operato per eludere eventuali misure patrimoniali a carico del marito. Il tutto tramite l’associazione sportiva Sportitalia. Analoga, ma in relazione ad altre società, l’accusa per Bellino, Picone, Romeo, Santonocito, Arcidiacono, Salvatore e Giuseppe Caruso.

Salvatore Caruso è accusato di associazione mafiosa da fine 2012 a metà 2014, assieme a Vacante e altri. A lui è contestato anche un furto in concorso con altri da oltre 8 mila euro. Sarebbe avvenuto all’interno di una sala bingo in provincia di Frosinone settembre 2013. Musumeci è accusato, infine, di un tentato furto all’interno di un’altra sala bingo a gennaio 2014.

Il pentito

Di Caruso, ha ricordato il pm nella sua memoria, ha parlato il pentito Eugenio Sturiale, che lo conosceva bene. “Sturiale ha prima detto che Caruso era completamente a disposizione del clan – ha ricordato il pm – salvo poi correggersi ricordando che Roberto Vacante, che tra l’altro era suo compare, gli aveva detto che era un vero e proprio affiliato”.


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