CATANIA – La luna di miele tra Marco Venturi e Raffaele Lombardo è iniziata grazie all’intercessione di alcuni pezzi da novanta dell’antimafia di potere. I fatti risalgono al 2009 e Venturi li rievoca dopo il divorzio con Raffaele: è il 5 ottobre del 2012, e l’ex assessore si sta confessando con i pubblici ministeri della procura di Catania. Racconta Venturi: “Avvenne che nel maggio del 2009 si dimise l’assessore all’Industria Pippo Gianni e che il senatore Lumia, che conosco da tempo, mi propose di assumere – quale tecnico – l’incarico di assessore”. Con chi si è consultato Venturi per entrare nella giunta di Lombardo? “Io ne parlai con Ivan Lo Bello e Antonello Montante e, d’accordo con gli stessi, si decise che la mia nomina potesse essere utile al progetto di legalità che in più occasioni avevamo sostenuto”.
Raffaele e Marco
Venturi giura di non aver mai conosciuto Lombardo prima della nomina, “in epoca successiva – aggiunge Venturi – i rapporti con il presidente sono stati sempre formali, mancava la collegialità nelle decisioni ed anzi il direttore generale dell’assessorato cui io ero preposto, è sempre stata persona di fiducia di Lombardo che in tal modo poteva ottenere informazioni e sostanzialmente il controllo della mia attività”.
Burocrazia e potere
Secondo Venturi, “la struttura dell’assessorato era troppo burocratica” e, nel settore dell’energia rinnovabile, ci sarebbero stati “ritardi di oltre cinque anni e addirittura molte pratiche non erano protocollate”. Le riunioni della giunta, secondo la ricostruzione dell’ex assessore all’Industria, sarebbero avvenute senza il rispetto delle regole formali, convocate via telefono, senza ordine del giorno, con un ruolo particolare di Venturi, che rivela: “io non ho mai visto e firmato alcun verbale di giunta e ritengo che tutto ciò non fosse casuale”.
Venturi rievoca anche il travaglio per la nomina del direttore generale dell’assessorato. Inizialmente, la scelta dell’industriale di Caltanissetta era andata su Pietro Bellante. Scelta respinta al mittente da Raffaele Lombardo. “Mi disse – racconta Venturi – che la mia lettera di nomina poteva essere strappata”. Al posto dell’uomo di Venturi, Lombardo ha indicato, di concerto con Armao, Nicosia. A questo punto, i nodi vengono al pettine e Venturi contesta, durante una riunione di giunta alle falde dell’Etna, l’opportunità di questa nomina. “Ero venuto a conoscenza – dice Venturi ai pm catanesi – che Nicosia era stato collaboratore dell’onorevole Vincenzo Lo Giudice, quando questi era assessore regionale, onorevole che come è noto è stato poi condannato per mafia. Inoltre – aggiunge ancora Venturi – lo stesso Nicosia era stato membro della commissione di collaudo dal 1992 al 2004 per i lavori di ampliamento dell’area industriale Aragona-Favara ed in tale qualità aveva sicuramente avuto modo di entrare in contatto con l’Ati formata da imprese di Filippo Salamone e Vita. La progettazione di questi lavori era stata fatta dalla Sirap, società a totale partecipazione regionale e sciolta negli anni 2000, ente indicato da più collaboratori di giustizia come luogo in cui si intersecavano gli interessi imprenditoriali con quelli mafiosi e politici”.
Secondo la ricostruzione dell’ex assessore all’Industria, la nomina di Nicosia sarebbe avvenuta con il suo voto contrario, e il verbale conterrebbe un “fatto non vero”: l’allontanamento mai avvenuto di Venturi prima della votazione. Proprio queste parole, già messe “nero su bianco” in passato da Venturi in una nota inviata alla giunta di governo, hanno spinto il dirigente Francesco Nicosia una settimana fa, a presentare un denuncia-querela: “Sono stato diffamato”, ha spiegato.
Nel racconto ai magistrati catanesi, poi, Venturi parla delle attività del commissario Alfonso Cicero che il 21 agosto licenziò tre dirigenti dell’Asi, colpevoli di non aver dato seguito alle misure interdittive del Prefetto a carico di alcune imprese. Il 23 agosto la giunta “in violazione della legge sul blocco delle nomine – denuncia Venturi – ed in difetto dell’effettiva costituzione dell’Irsap, deliberò di nominare come Commissario Straordinario di tale ente Luciana Giammanco, che era noto essere persona di fiducia di Raffaele Lombardo”.
E ancora, i fondi Fas, che dovrebbero essere utilizzati per lo sviluppo delle imprese o delle infrastrutture, “vengono impiegati per coprire necessità di bilancio per le retribuzioni dei numerosi forestali precari (circa 23mila) e per finanziare enti di formazione a mio parere inutili”. Sarebbe “chiaro” – secondo Venturi – che “sia l’assunzione dei forestali che il finanziamento degli enti di formazione è dettato da logiche clientelari e di formazione del consenso nei confronti di singoli politici”.
Su una cosa Venturi non ha dubbi. “Lombardo ha sfruttato – dice ai pm – l’immagine pubblica di persone notoriamente impegnate nel contrasto alla mafia come la mia, quella di Giosuè Marino, di Caterina Chinnici, di Massimo Russo, per contrastare i sospetti di collusioni mafiose, che al contrario si incentrano nei confronti dello stesso Lombardo”.